venerdì 26 novembre 2010

Close Combat

Questa piccola grande serie è un altro di quei giochi di strategia che seguo con passione più o meno dai tempi delle medie.
Close Combat, il cui iniziatore era della Microsoft e della Atomic Games, ha subito qualche cambiamento nella casa sviluppatrice nel corso del tempo, ma ha conservato con gelosia la sostanza di gioco strategico in tempo reale.
Gli scenari messi sullo schermo della serie riguardano - in ordine crescente e per quanto concerne i titoli di cui sono a conoscenza - il Fronte in Normandia, l'operazione Market Garden, il Fronte Orientale, la Battaglia nelle Ardenne e una serie di Remake che ripercorrono i già citati scenari (escludendo la Battaglia delle Ardenne per quanto ne so).
La serie ha adottato uno stile di gioco che riguardava principalmente la tattica nei primi 3 episodi della serie: il giocatore doveveva disporre le sue truppe all'interno della mappa tattica e comandare i suoi uomini in modo da occupare punti di interesse strategico infliggendo il maggior numero possibile di perdite e con meno perdite possibili. Come tutti i giochi di strategia che apprezzo di più, Close Combat dà un'importanza particolare al morale degli uomini, insegnando all'inesperto comandante che non si può far correre i propri uomini in giro per la mappa sotto il fuoco, dato che la fatica e il morale possono far indietreggiare o addirittura paralizzare per il terrore gli uomini di una squadra.
Mai mandare alla carica plotoni di fanteria come se fosse una partita a Call of Duty o vi ritroverete una marea di fosse da sentire e i pochi sopravvissuti in preda a un post traumatico, meglio impostare un fuoco di copertura che faccia del fuoco di saturazione sul bersaglio da attaccare, costringendo i nemici a tenere giù la testa e a rialzarla quando gli altri vostri uomini saranno a portata di granate. Sono riuscito ad arrivare a un combattimento ravvicinato nel vero senso della parola, con tanto di granate in volo e perfino qualche combattimento corpo a corpo. Ma sono episodi rari o comunque non consigliabili se volete vincere, sebbene diano grande soddisfazione.
Il giocatore si troverà a gestire situazioni fedeli dal punta di vista storico, come un'agghiacciante inferiorità numerica dei tedeschi in alcuni scenari, l'imbarazzante mediocrità degli Sherman paragonati ai Tiger, nonchè il modo in cui alcune forze dell'Asse sono state messe su mandando a combattere coscritti appena reclutati dai territori appena conquistati, con tanto di cognomi dei soldati tutt'altro che ariani!
Alla fine di ogni combattimento potrete consultare una scheda dove sono riportate le uccisioni dei vostri uomini, eventuali atti di coraggio e vigliaccheria con tanto di decorazioni.
La parte strategica è appena accennata nel secondo e terzo episodio con la possibilità di poter scegliere le unità da mandare in combattimento e mandare a riposare quelle esauste, ma è meglio caratterizzata a partire dall'episodio IV con la battaglia delle Ardenne, dove potrete disporre le vostre unità sulla plancia e affidare loro supporti aerei e dell'artiglieria.
In ogni caso, a meno che non vogliate eliminare l'effetto del morale (a questo punto fatevi una partita a Red Alert!) rimane un gioco di nicchia, fuori portata dei giocatori meno raffinati e ostici.
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lunedì 8 novembre 2010

Far cry 2

Questo seguito di Far Cry non c'entra molto col predecessore.
Anzi non c'entra proprio niente, dato che il titolo è puramente formale e dovuto al motore grafico che questi giochi hanno in comune.
Questo seguito si ambienta in una non ben precisata repubblica delle banane africana, dove imperversa povertà, violenza e una labilissima tregua fra truppe governative e rivoluzionarie.
Ricorda molto Boiling Point, anch'esso ambientato in una repubblica delle banane (però sudamericana), anch'esso dilaniato da una guerra civile e anch'esso caratterizzato da un'ampia mappa lungo la quale il giocatore può imperversare sfruttando anche mezzi via terra.
Il giocatore può scegliere fra una lista di mercenari di varie nazionalità da impersonare la cui missione è quella di uccidere lo Sciacallo, un oscuro trafficante di armi col complesso del Dio che rifornisce entrambe le fazioni combattenti di armi.
Ritorniamo ai paragoni con Boiling Point.
Nel sistema di combattimento vince Far Cry 2 grazie a due interessanti espedienti: l'usura delle armi e la possibilità di provocare incendi in grado di distruggere strutture, paesaggi e nemici.
Nel gioco vi capiterà di maneggiare parecchie armi, di cui ben poche sono appena uscite dalla fabbrica, ma si tratta di armi di seconda terza e quarta mano, che facilmente si incepperanno dopo l'uso prolungato; capitava anche a Boiling Point, ma era un dettaglio appena accennato e che non rendeva bene l'idea che ti si inceppa e che devi sbloccare proprio quando ti trovi di fronte a un tizio armato. Avrete comunque la possibilità di procurarvi armi fresche pagando in diamanti grezzi e garantendovi una rifornitura per modello nei vostri rifugi.
Un altro bell'elemento è la possibilità di sfruttare il vento il fuoco e l'erba secca della savana fare dei nemici dei begli arrosticini, se volete aggiungere un po' di pepe colpite i depositi di munizioni e vedrete le munizioni scoppiettare fra gli avversari.
Oltre a queste chicche potrete fare affidamento su dei compagni riconoscenti che avete salvato durante le vostre avventure che vi tireranno fuori dai guai una volta al giorno se feriti a morte.
Il combattimento risulta quindi più fluido rispetto a Boiling Point, che ha voluto invece approfondire il lato più sul versante del gioco di ruolo.
Punto a favore per BP per quanto invece riguarda la possibilità di cambiare il corso del gioco.
A BP potevate fare il voltagabbana quando volevate, cosa magari poco credibile, ma almeno sfiziosa; a Far Cry vi spareranno tutti, governativi o ribelli che siano all'infuori delle zone franche. Certo, è coerente con la storia in quanto voi siete un mercenario esterno a entrambe le organizzazioni, ma è noioso essere sparati a vista di chiunque abbia un AK nel raggio di 100 km quadrati!
Ma non è tanto questo il problema.
Far Cry 2 è fondamentalmente lineare, ogni tanto vi sembrerà che prendendo una decisione diversa e facendo qualche missione secondaria in più possa cambiare qualcosa.
Non è vero.
Qualunque cosa facciate, a chiunque spariate, in qualunque modo vinciate una missione, non cambia NIENTE.
Vi ritroverete a passare da uno schieramento all'altro senza nemmeno capire il perchè, escludendo quelle occasioni durante la trama in cui gli eventi degenerano e almeno sapete perchè vi stanno sparando.
Forse tutto questo cela un messaggio politico.
In Africa non cambia niente se sei schierato con un gruppo politico o l'altro: finisce in ogni caso in un gran bordello. Questo è quello che pensa lo Sciacallo e lo potrete ascoltare in uno degli stralci di interviste che potete trovare registrate in vari registratori sparsi per il gioco. I registratori sono una delle parti più belle del gioco, vi permettono di ascoltare svariate perle machiavelliche del vostro nemico, un po' alla colonnello Kurtz di Cuore di tenebra (una delle regioni del gioco ha il suo nome). Peccato che ci sia un simpatico bug nel gioco introdotto da una patch che dopo il quinto-sesto registratore non ne fa ascoltare di nuovi.
I bug infestano questo gioco.
Peggio della malaria, della guerra civile e della siccità in Somalia.
Questo gioco crasha una volta sì e l'altra pure. Scaricatevi la patch. E che sia quella buona o dovrete ascoltarvi i discorsi dello Sciacallo su youtube come ho fatto io.

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