giovedì 13 novembre 2008

Medieval: Total War

Il secondo grande capitolo della saga Total War è ambientato nel Medioevo e si possono guidare una grande quantità di fazioni, dagli inglesi ai tedeschi, dagli italiani (in una versione un po' grossolana che vede il nord Italia non diviso, ma unito sotto la repubblica veneziana) ai russi.
Ci sono grandi innovazioni rispetto al primo capitolo oltre alle innegabili migliorie grafiche.
Per prima cosa le fazioni hanno degli eserciti composti da unità speciali tipiche della fazione, garantendo un'enorme quantità di unità diverse le uni dall'altra e fornendo quindi al giocatore una scelta veramente ampia di unità, mentre a Shogun le unità sono comuni (se escludiamo la particolarità dell'esercito mongolo nell'espansione).
La seconda grande è l'influenza della religione.
Già in Shogun la religione delle provincie era importante, si rischiava la rivolta se si governava una provincia di una religione diversa e, con l'avvento dei portoghesi, la conversione al cattolicesimo permetteva di avere le armi da fuoco.
In Medieval la questione religiosa è ulteriormente approfondita da un numero più alto di religioni in campo e per la più grande spina nel fianco di un governante di un una nazione cattolica: il Papa. Questo antipatico pretacchione a Roma, oltre ad avere uno stato e un esercito tutto suo, vi scoccerà un minuto sì e l'altro pure, dato che vi impedirà di fare le vostre guerre in santa pace contro altre nazioni cattoliche e vi imporrà le sue Crociate in Terra Santa. E se non gli date retta verrete scomunicati, questo significa che il vostro regno verrà sommerso da rivolte religiose e assortite!
L'ultimo punto è forse la più grande innovazione della serie: la presenza dei tratti.
Oltre alla capacità di comando che permette di condurre battaglie in maniera più efficiente come nel precedente, in questo gioco i tratti riguardano anche tutte le abilità che non riguarderanno direttamente la performance del vostro generale.
I tratti riguardano non solo il comando, ma anche l'acume, la devozione, la fedeltà e il terrore, tratti che permetteranno al vostro generale di amministrare bene le province, essere ben accetto alla chiesa, essere fedele a voi e sapersi imporre ai propri sudditi. Non basta quindi solo un generale che sia forte in battaglia, dovrete avere al vostro seguito anche uomini capaci ai quali concedere il vassallaggio delle vostre province. I tratti non rimarranno stabili, qualsiasi avvenimento di gioco contribuirà a cambiare ogni generale, una battaglia andata male può peggiorane le capacità di comando, un comportamento inclemente verso i prigionieri può renderlo più temuto, ma anche odiato. Potreste anche avere un generale inizialmente valido diventare un suino inetto e odiato e conviene affidargli un esercito o il governo di una provincia in base alle sue caratteristiche, senza affidargli niente se è un incapace.

Per quanto riguarda l'aggiornamento segue lo stile cominciato con il precedente episodio dell'orda mongola, ovvero la grande invasione da parte di un popolo bellicoso che si abbatte su un popolo relativamente meno violento.
Le innovazioni sono poche, specie se paragonate ai cambiamenti fra il gioco originale di Shogun e l'aggiornamento.
Una piccola novità - oltre alle nuove fazioni e unità - consiste nel fatto che non è più necessario conquistare il 60% della mappa per poter vincere, ma si può vincere grazie alle imprese gloriose ovvero un sistema di punteggio abbastanza simile a Risiko che darà la vittoria a quello che, alla fine del gioco, avrà più punti.
La parte migliore del gioco consiste nel fatto che potrete stare dalla parte dei vichinghi!

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