sabato 16 ottobre 2010

Crusaders - Thy Kingdom Come


Come promesso sono riuscito dopo insidiose imprese a procurarmi il gioco della Neocore che ha formato le fondamenta per King Arthur recensito qualche mese fa. Come forse si è capito da quel che ho appena scritto, in Italia la distribuzione in lingua nostrana non ha seguito il giusto ordine cronologico. Nonostante King Arthur sia del 2009 e Crusaders dell'anno prima in Italia sono stati tradotti praticamente in contemporanea favorendo naturalmente la preferenza dei giocatori italici nei confronti di Re Artù trascurando quindi gli affascinanti scontri nella Terrasanta. Tuttavia, dopo aver gustato l'atmosfera celtica del primo e le sue chicche relative alla giocabilità ho avuto la curiosità di gettarmi anche sull'altro...Ma troppo tardi, tanto che l'ho ritrovato solo pochi giorni fa in un gamestop. Appena possibile mi sono ggettato a giocare a questo titolo, provando sopratutto nelle prime ore un inaspettato entusiasmo. La campagna consiste in 15 battaglie ( o meglio schermaglie dato che il numero dei soldati non è elevatissimo) sempre più complicate e pericolose, ed è la varietà di queste missioni che riesce a distogliere da una difficoltà a volte snervante: si va dal classico "ammazzali tutti quanti" a missioni in cui dobbiamo scortare un nobile compagno d'armi o un ambasciatore pontificio dall'altra parte della mappa, evitando che Selgiuchidi o Fatimidi lo uccidano e ne facciano un filetto di cristiano al gratin.Nonostante le apparenze il gioco tende a distanziarsi dalla linearità, spesso eccessiva per alcuni giochi di strategia e se il giocatore è particolarmente paziente la rigiocabilità del titolo è elevata: Ampia è la scelta del giocatore che permette di interpretare come alter ego uno tra 4 principi europei, ognuno con le sue truppe iniziali, specializzazioni in combattimento, livello di esperienza, "budget" e fede nella guerra santa indetta dal Papa. C'è il princpe spagnolo, un crociato pieno di fervore ma non di pecunia abile nella guerriglia e nel comando di truppe leggere, il francese di nobili (e ricchi) natali potente generale di cavalieri ma ancora giovane e inesperto, l'inglese, poco devoto ma buon comandante di arcieri , il principe tedesco senza particolari specializzazioni e quello che ho voluto scegliere io,il principe normanno, Roberto di Napoli, dotato di pochi "legami politici" (vedi dopo) non molta grana all'inizio della crociata, ma specializzato nel condurre fanteria pesante e con un esercito formato da truppe esperte e ben armate. Prima ho citato i legami politici ed essi sono determinanti nel corso della guerra, dato che influenzano sia i tipi di truppe che possiamo portare nelle nostre file (ad esempio i francesi ci permetteranno di reclutare la cavalleria francese,i normanni, se contenti del nostro operato ci concederanno i loro arcieri, particolarmente abili e via dicendo) sia possibili sconti nelle armi e nelle armature che se vogliamo possiamo potenziare nel corso dell'impresa, abilità uniche per il nostro eroe, oppure ancora un nuovo seguace di nobili natali disposto a combattere sotto la nostra bandiera. I modi per accaparrarsi questi "favori" sono due: il primo è scegliere di combattere la prossima battaglia con lo stendardo di tale fazione oppure svolgendo missioni secondarie nel corso delle battaglie, come punire crociati che si sono dati alla macchia, o uccidere spie di una fazione determinata (oppure semplicemente incontrarle "lavorando" per la suddetta fazione, a seconda della scelta che vogliamo intraprendere). Il difetto di questi obiettivi facoltativi è che spesso sono più difficili della missione primaria stessa e se falliscono danneggiano la reputazione del nostro alter ego in armatura. Il rapporto con la storia è ambiguo, anche se alcune unità possono risultare anacronistiche per la loro armatura troppo elaborata, le notizie storiche date nei briefing delle missioni sono interessanti e realistiche, tanto che (almeno per un appassionato di storia come il sottoscritto) a volte rappresentano un buon motivo per proseguire nel gioco facendosi anche una cultura. Due piccioni con una fava!

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martedì 5 ottobre 2010

La serie di Cossacks


Faccio un post unico che comprende il primo episodio con annessi aggiornamenti e il secondo.
La serie Cossacks è prodotta da la GSC Game, la casa ucraina che ci ha anche regalato STALKER e che ci dimostra che dai paesi dell'ex blocco sovietico non sanno farci pervenire solo prodotti celebri ma rudimentali come Tetris o l'AK-47. Il primo episodio Cossacks era un gioco strategico in tempo reale dalla grafica abbastanza elaborata per l'epoca e che come fiore all'occhiello aveva la capacità di supportare sullo schermo eserciti con tanto di reggimenti in formazione fino al non poco invidiabile numero di 10000 unità. L'altra caratteristica del gioco - già sfruttata in altri giochi ma ben gradita - dell'influenza che hanno le risorse sul proprio esercito: il carbone serve per garantire il rifornimento di munizioni, l'oro per pagare i mercenari che altrimenti si ribellano, il cibo per foraggiare gli uomini, che altrimenti crepano di fame.
Ultimo elemento innovativo era la possibilità di catturare o distruggere strutture non presidiate, aprofondito nell'aggiornamento di Cossacks American Conquest, che permetteva agli uomini di barricarsi all'interno delle costruzioni.
Quest'ultimo punto è stato forse quello che non mi ha permesso di apprezzare in pieno il primo episodio poichè l'enorme quantità di forze in campo rendeva quasi impossibile vincere la partita in schermaglia, dato che imponeva che vi fosse una battaglia infinita per ogni singola dannatissima struttura da espugnare, mentre nei precedenti giochi strategici qualunque unità poteva attaccarla direttamente fino a distruggerla per esaurimento di punti ferita.
Il gioco che ho potuto invece meglio apprezzare è Cossacks 2, che si concentra nel periodo Napoleonico (il primo toccava un lasso di tempo che andava dal XVI al XVIII secolo).
L'innovazione per me più gradita è stata l'introduzione della modalità Battle for Europe nella quale è possibile impersonare le grandi potenze europee di Francia, Gran Bretagna, Prussia, Russia e Impero Ottomano (nell'espansione stand alone anche Spagna, Polonia, Confederazione del Reno).
In questa grande campagna si alternano fasi strategiche in stile risiko! a frasi tattiche sul campo, dove è possibile anche condurre missioni secondarie che permettono di avere risorse in più, unità o punti esperienza che permettono al personaggio di salire di grado e di poter comandare per le prossime battaglie sempre più unità.
Altra buona innovazione è l'introduzione dei villaggi, centri abitati forniti di miniere o fattorie che, una volta conquistati hanno una piccola guarnigione autonoma a difenderli e nella modalità schermaglia vi riforniscono di beni di necessità, permettendo anche che i vostri reggimenti nelle vicinanze possano sostituire gli uomini persi con delle reclute del villaggio che riempiranno progressivamenti i ranghi fino al massimo.
Ultimo e sempre da me gradito miglioramento è l'influenza del morale, già accennato nei primi episodi, ma definitivamente imposto in Cossacks II. Qui le vostre formazioni si disperdono se subiscono perdite oltre il 70% e vi sono anche altri fattori che condizionano la stabilità del reggimento, come la fatica, gli attacchi di fianco o l'inesperienza. Quest'ultimo punto è ovviamente la cosa che più vi farà rodere quando perderete un'unità perchè, oltre a perdere forze in campo perderete anche un'unità con esperienza se si dà alla fuga il vostro reggimento che ha combattuto più battaglie, quindi più abile degli altri in termini di potenza di fuoco, abilità nel corpo a corpo e minor consumo di munizioni.
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domenica 3 ottobre 2010

Crysis


Ho finito dopo una settimana di tempo, e con innumerevoli bestemmie, questo titolo. Il mio primissimo pensiero è stato "Era da tanto che non premevo così spesso il tasto reset del mio computer!" Scherzi a parte ci troviamo davanti un gioco che per vari problemi tecnici fa gridare allo scandalo. Nemmeno con una patch si riescono a risolvere i bug e i crash che affliggono questo gioco. Nonostante il mio computer sia buono, ho assistito a rallentamenti particolarmente odiosi in situazioni molto concitate in cui dovevo uccidere i cattivi di turno, sia alieni che umani. Inoltre ho impiegato un giorno intero per l'ultimo combattimento del gioco non tanto per la difficoltà (cosa comunque non da poco) ma soprattutto perchè misteriosamente dopo 2 minuti di gioco all'incirca Crysis si crashava allegramente lasciandomi tra le mie imprecazioni e qualche volta a miei pugni sulla scrivania dove sono tengo la tastiera e il mouse. Tanto che fino all'ultimo fotogramma del gioco avevo la tentazione di spoilerarmi direttamente il finale su youtube e mandare a quel paese il gioco. I caricamenti tra una missione ed un altra sono inoltre abbastanza lunghi e, da quando ho un pc che si può definire moderno, riesco a perceprire tale lentezza, alla quale mi ero disabituato quando ho cambiato computer. Probabilmente questa lunga sequenza di pecche è dovuta al motore grafico Cryengine 2, spettacolare in quanto a qualità di luci, ombre e dettagli vari ma virtualmente pesante come un carro armato, tanto che a suo tempo Crysis aveva ricevuto molte critiche per i requisiti minimi del gioco, puttosto esosi anche allora. I lettori pazienti però, se sono ancora incuriositi dopo questa sfilza di difetti possono ancora sperare. Crysis infatti gode di una profondità ben maggiore del call of duty di turno, in cui la trama è quasi solo un pretesto per inserire una parte del gioco in single player e rendere sfruttabile il gameplay. Qui l'ambientazione è un punto forte: l'anno è il 2020 nei panni ( o meglio nella tuta futuristica) di Nomad, militare delle forze speciali americane, dovremo indagare su una misteriosa ricerca archeologica su un isola imprecisata del Pacifico, per via di uno strano manufatto di origine ignota. Come penso sia cristallino, gli statunitensi non sono gli unici ad essere interessati al caso, ma anche la Corea del Nord guidata da Kim Jong-Il (nominato direttamente e senza giri di parole in un pezzo del gioco!) ha voglia di scoprire qualcosa riguardo ciò e quindi le forze speciali U.S.A. e successivamente anche i Marines dovranno lottare contro l'esercito popolare coreano per il possesso dell'isola, mettendo in pericolo i rapporti diplomatici tra le due potenze... Odio spoilerare, ma se non lo faccio almeno un po' rischio di non accalappiare l'interesse dei lettori. Il manufatto altri non è che una sorta di centrale energetica di una civiltà extraterrestre, e negli ultimi tre livelli del gioco dovremmo combatterli direttamente (dico "direttamente" perchè già si capisce qualcosa dall'inizio del gioco quando uno dei membri del Team di Nomad viene trovato ammazzato in circostanze misteriose che fanno capire PERFETTAMENTE che c'è qualcosa di innaturale in questa isola!) e quando si inizierà a combattere questi "mostroni" la difficoltà del gioco levita spaventosamente... Oltre alla trama ho torvoato molto interessanti alcuni particolary del gameplay: ad esempio (cosa piuttosto comune ultimamente) si avrà accesso a dei poteri grazie alla tuta nanotecnologica indossata dal nostro alter ego e potremo ad esempio fare brevi ma velocissimi scatti, ridurre il rinculo delle armi e lanciare oggetti con un potenziamento che incrementa la forza dei nostri muscoli, diventare invisibili per breve tempo e trasformare in una corazza la nostra tutina miracolosa. Sul campo il protagonista potrà personalizzare le prestazioni del suo armamento (potra portare come armi, una coppia di pistole automatiche, due tipi di di fucili, granate ed armi esplosive come rpg e c4) installando modifiche da usare in combattimento, come mirini di precisione, puntatori laser e silenziatori, il tutto ogni volta che si vorrà. Ultima nota: Claudio Moneta, che ha doppiato in questo gioco Nomad è come sempre un mito.
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