venerdì 9 luglio 2010

Dead Space


Alien docet. Il cocktail di tecnologia futuristica, viaggi nello spazio e horror funziona appieno. Soprattutto se tali componenti caratterizzano in modo unico un videogioco. È il caso di Dead Space, gioiello dell'Electronic Arts dell'anno 2008. indossiamo i pesanti panni di Isaac Clarke (Geniale tributo ai maestri della fantascienza Isaaac Asimov e Arthur C. Clarke!), ingegnere elettronico mandato ad indagare sulla gigantesca astronave da estrazione mineraria Ishimura, misteriosamente vittima di un misterioso silenzio radio. Invece di essere accolto dall'equipaggio della nave il nostro alter ego, insieme al suo staff si trova davanti alla desolazione più totale, andando avanti all'interno dell'Ishimura non c'è alcuna traccia di persone, ma solo di strane creature mostruose ed aggressive che sembrano aver preso il posto degli umani. Tali abomini, vengono presto identificati come "necromorfi" una selvaggia specie aliena capace di riprodursi facilissimamente contaminando cadaveri in buono stato e rianimandoli come altri necromorfi. Essi combattono con spaventosa ferocia tanto da resistere a molti danno, a volte non cederanno finchè Isaac con le sue armi improvvisate non amputerà loro tutti gli arti! Ho detto armi improvvisate non casualmente, l'unica vera e propria arma a cui il nostro eroe ha accesso è il fucile a impulsi, che corrisponde più o meno al contemporaneo fucile d'assalto, il resto del possibile equipaggiamento sarà invece un insieme di attrezzi minerari come uno sparalame adibito per tritare le rocce ottimo per affettare i nemici, e un attrezzo capace di "sparare" campi di forza, utilizabile come un pratico fucile a pompa. A rendere peculiare il gameplay è l'HUD: tutte le informazioni utili al giocatore come la salute, il suo livello delle scorte d'ossigeno d'emergenza nelle situazioni in cui manca l'aria respirabile e l'energia necessaria a utilizzare il "modulo di stasi" (congegno in grado di rallentare per un breve periodo di tempo la velocità degli oggetti con cui interagiamo come porte scorrevoli metalliche impazzite per un corto circuito) saranno visualizzati sulla tuta, ad esempio per la salute infatti sulla schiena del giocatore vedremo una barra illuminata da vari blocchi luminosi, ogni volta che subiremo danni questi blocchi si spegneranno a metà o completamente rappresentando il calo di energia vitale; ogni arma che utilizzeremo sarà fornita di un mirino luminoso che ci permetterà di essere mediamente precisi e sarà dotato di un indicatore di munizioni sempre presente. La tuta RIG, questo il nome della nostra "uniforme tuttofare" memorizzerà inoltre tutte le informazioni, scritte e vocali avute durante la partita permettendoci se ne abbiamo bisogno di avere una visione d'insieme dei nostri progressi. Il nostro inventario sarà a là gdr dato che avremo spazio limitato da gestire in modo personalizzato in base al nostro stile e le armi a parte la prima verranno acquistate tramite un negozio automatizzato in cui col denaro sottratto ai cadaveri possiamo potenziare il nostro armamentario e migliorare la nostra tuta per quanto riguarda armatura e spazio nell'inventario. Le munizioni vanno tenute con cura dato che spesso si rischia di rimanere a secco, e non è brutto combattere solo con calci e pugni quando si è circondati di alieni feroci e implacabili... Specialmente dato che i momenti di terrore da salto sulla sedi8a di certo non mancano con ambienti poco illuminati ma spesso pieni zeppi di mostri assetati del nostro sangue e vogliosi di trasformare il nostro cadavere in un altro necromorfo...Certo, il gioco non è perfetto, spesso la visuale in terza persona può essere d'impaccio dato che a volte la telecamera è un po' lenta a scorrere e si possono quindi prendere danni ulteriori da nemici che attaccano dai lati o dalle spalle, senza contare la discutibile scelta di impedire di usare le frecce direzionali per camminare e correre, cosa che per chi non è abituato a tali tasti può essere fastidiosa. Tuttavia ci troviamo davanti ad un bel gingillo che rende avvincenti(e terrorizzanti a volte) le vostre ore videoludiche

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