martedì 22 dicembre 2009

Command & Conquer: Red Alert


L'anniversario dalla nascita di Stalin non mi ha fatto provare nostalgia per il dittatore, ma per il gioco in cui appariva: Red Alert.
Forse sono un nostalgico, forse quando uscì ero anche più piccolo e quindi mi facevo prendere più facilmente dall'entusiasmo per un gioco simile.
Fatto sta che penso che i suoi standard non potranno essere mai eguagliati dai recenti seguiti.
Il secondo Red Alert è quello più deludente, mentre nel primo viene spiegato perchè ci si ritrova di fronte a uno scenario simile, nel secondo viene dato tutto per scontato e parte da subito con una guerra, senza permettere nemmeno di capire come ci si è arrivati. Se non altro con il terzo hanno reintrodotto una presentazione dei fatti soddisfacente.
Ma è lo stile di gioco che ha subito il peggioramento più massiccio.
Al primo Red Alert si era scelto per una soluzione semplice e geniale, le fazioni avevano chiari punti deboli e chiari punti di forza: gli Alleati una flotta efficiente e un'aviazione quasi inesistente, mentre i russi avevano tanti aerei e poche forze navali.
Due fazioni ben caratterizzate che il giocatore poteva scegliere a seconda del suo stile strategico e, cosa veramente importante, erano fazioni equivalenti!
Con i seguiti hanno stravolto il gioco.
Entrambi le fazioni hanno lo stesso potenziale dal punto di vista navale e aereo.
Qual è la differenza?
Gli Alleati hanno armi ad alta tecnologia, i russi hanno ancora una tecnologia antiquata, che fa affidamento a mezzi goffi e pesanti.
Chi credete che vincerà?
Questa sproporzione di forze viene addirittura esasperata in Red Alert 3, dove i Russi non solo si trovano a essere surclassati dagli Alleati, ma prendono mazzate anche dai giapponesi!
Red Alert 3 ha inoltre introdotto un nuovo elemento: l'abilità speciale per ogni unità.
Peccato che sia uno stile di gioco che può essere valorizzato appieno solo coi giapponesi, mentre Alleati e (di nuovo!) i Russi rimangono quasi invariati nello stile di combattimento!
L'introduzione della fazione dei Giapponesi ha da una parte dato una certa innovazione al gioco, sia per l'introduzione di una nuovissima fazione che per lo stile di gioco che ha subito varie contaminazioni da altri giochi di strategia, ma ciò l'ha anche definitivamente allontanato dall'originale.
Cosa che ho notato molto fastidiosa giocando coi Russi, è stato il fatto che a volte abbiano uno stile particolarmente rigido, per cui alcune unità aeree possono attaccare solo altre aeree, lasciando quelle a terra indisturbate. Non ha senso!
Fra l'altro hanno praticamente neutralizzato le unità e strutture più belle, potenti e caratterizzanti della fazione sovietica: il Mammoth tank e la Tesla Coil.
Il primo è stato sostituito dal suo gemello scemo, il carro Apocalypse, che senza i missili antiaerei è diventato più un peso che una risorsa, data l'immane lentezza.
La Tesla Coil, una bestia contro il calcare (ma specialmente contro unità, siano esse fanti, carri armati o navi!) a partire dal secondo è diventata di una lentezza imbarazzante.
Ok, va bene, ce l'avete coi comunisti, ma a questo punto perchè non li armavate direttamente di zappe e forconi così li fate perdere più in fretta?
Oltretutto, mentre nel primo vedevi battaglie gremite da decine e decine di unità e con basi nemiche venivano finalmente distrutte dopo ondate e ondate di massacranti attacchi frontali, a Red Alert 2 e 3 le battaglie sono caratterizzate il più delle volte a un'estenuante corsa alle armi a lungo raggio e la base nemica crolla dopo uno o massimo due attacchi del genere seguiti da un avanzata decisiva di anche un paio di carri armati.
Sì, anche vincere una battaglia skirmish in questo modo dà le sue soddisfazioni, ma non ho più visto quelle grandi battaglie che ero abituato a vedere quando giocavo a Red Alert a 13 anni, dove decine e decine di unità finivano massacrate per il mio diletto.
E ciò mi rende molto triste!
Ultima, gravissima onta degli ultimi due Red Alert è stata la crudele idea di remixare Hell March.
Perchè cambiare ciò che è già perfetto??
Assassini!

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

lunedì 21 dicembre 2009

Command & Conquer: Red alert 3 Uprising

Premetto che se, come me, siete dei fan patologici della serie Command & Conquer, bisogna calmarsi e rimanere a casa comodi. Da quanto so questo pacchetto d'Espansione (Stand Alone, grazie agli dèi) nei negozi non si trova nemmeno se vi prostituite per il vostro negoziante di fiducia, ma dovete scaricarlo da Internet. Passiamo alla recensione vera e propria: l'espansione porta ulteriori innovazioni a Red Alert 3 aggiungendo nuove tracce alla già eccellente colonna sonora, una decina di nuove unità e una modialità aggiuntiva simile a quella aggiunta nell'espansione di Command & Conquer: Generals, ovvero Zero Hour, che vi fa calare nei panni di un generale che combatte per la Future Tech (vedi più sotto), la quale approfitta della controversa situazione post-bellica nel glbo per avere la sua misera fetta di Mondo, ovvero conquistarlo in toto, e avremo la possibilità di affrontare le varie sfide con gli arsenali militari delle 3 fazioni in gioco, rendendo l'esperienza estremamente longeva e rigiocabile.
--------------------------------------------------------------------------
Come è successo con Red Alert 2: Yuri's Revenge, la linea temporale "giusta" è quella degli U.S.A., mi spiego meglio. La trama che si snoda in Uprising racconta gli eventi che accadono dopo la sconfitta dell'Unione Sovietica e dell' Impero del Sol Levante per mano degli Alleati, quindi purtroppo il destino nel confronto delle altre due fazioni è stato impietoso e la situazione è critica. Le campagne sono, a dirla tutta delle mini campagne e sono 4:

Con i Sovietici il vostro Alter Ego giuderà le sue truppe agli ordini di quella che nel Red Alert 3 originale era il vostro sexy ufficiale logistico, dato che il Premier dell'Unione è stato imprigionato dagli Alleati. E per liberare il popolo sovietico bisognerà combattere contro la spregiudicata Future Tech, l'azienda privata che forniva tecnologie militari ai rivali occidentali della Russia...

Con gli Alleati dovrete fare i conti con la resistenza in Giappone dei generali imperiali che rifiutano di sottostare alle forze europee e avrete bisogno di allearvi del Principe ereditario Tatsu, che ha deciso di collaborare con l'Alleanza per riportare la pace.

Servendo l'Impero del Sol Levante si avrà a che fare con il punto di vista di un comandante delle truppe giapponesi fedeli a Tatsu, e l'obiettivo del comandante difendere l'Impero da un'invasione dei Sovietici e rispedirli nelle loro terre.

Ma la vera chicca di Uprising è la quarta mini-campagna, che approfondisce la storia del Commando dell'esercito imperiale, Yuriko Omega, una ragazzina dotata di innati poteri psionici, che, istigata dalla sorella (interpretata da Julia Ling, famosa per il ruolo che ha nella serie televisiva "Chuck") decide di ribellarsi allo scienziato che la tiene "in cura" e di scoprire il suo vero potenziale, allo scopo di vendicarsi di chi l'ha resa una macchina di distruzione e le ha tolto la possibilità di avere una vita normale...
Da non perdere. Come quasi tutti i titoli dal marchio "Command & Conquer", d'altronde!
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

giovedì 3 dicembre 2009

Majesty 2: The Fantasy Kingdom Sim

Dopo quasi 10 anni dal primo episodio coloro che hanno apprezzato questa chicca dell'arte videoludica possono dare sfogo al loro entusiasmo più totale, il tutto, naturalmente, con un pc degno di questo nome. Io, per questo entusiasmo ho avuto la fretta di procurarmelo nonostante un computer che va ancora a muli e mi sono dovuto coraggiosamente battere con uno dei più fastidiosi nemici del videogiocatore, ovvero la lunghezza dei caricamenti, ostacolo parecchio coriaceo se hai un pc obsoleto. Ancora una volta, dopo la serie di Europa Universalis e dopo Hearts Of Iron 2, devo lodare la Paradox dal punto di vista sentimentale, perchè si è presa coraggiosamente l'incarico di pubblicare sugli scaffali una sequel ad un titolo unico. D'altra parte lo sviluppatore russo 1C Company ha avuto anche l'idea di aggiungere piccole risorse utili al giocatore, come la compressione del tempo e la presenza dei Lord (alla fine di ogni missione ci sarà concessa la scelta di un eroe da promuovere che potremo far scendere in campo nelle missioni successive) che sono aggiunte che migliorano il gameplay, ma che non contaminano in modo eccessivo quello che il giocatore aveva apprezzato nel primo Majesty. E quelle cose che facevano di quel titolo un gioco unico e rivoluzionario sono rimaste invariate. Quali cose ? Il controllo indiretto dei propri eroi, l'originale punto di vista, in cui noi non vestiamo i panni dell'eroe di turno che deve fare la determinata impresa per il sovrano inguaiato di turno: qui infatti siamo quel sovrano inguaiato, tanto che per difendere il nostro regno e compiere le nostre missioni dovremo promettere ricompense per taglie, missioni di ricognizione e di difesa nel nostro reame per mantenerlo pacifico e prospero. Se poi consideriamo un nemico o un edificio da evitare potremo imporre anche un bando che proibisce ai nostri servitori di averci a che fare, almeno fino a quando quel pericolo non sarà possibile da distruggere (anche in questo caso dovremo mettere mano al portafoglio per impedire agli eroi di avventurarsi in tale folle impresa) . A rendere particolarmente bello il gioco è anche la cura che è stata riservata ai legami col primo gioco, se un fan navigato del primo titolo si chiede " che fine ha fatto il dio Lunord?" dato che non sarà possibile reclutare gli adepti come era permesso invece nel primo titolo, verremo a sapere dalle descrizioni delle unità e gilde (e alcune di queste descrizioni sono pregne di uno humour graffiante nei confronti del genere Fantasy) che successivamente alle vicende di Majesty (non dimentichiamo che questo tiolo è ambientato ben mezzo secolo dopo!) quel dio è diventato malvagio ed è stato bandito dal Pantheon di Ardania, se invece ci chiediamo che fine hanno fatto i monaci di Dauros, sapremo che sono stati soppressi dopo il suddetto "cambiamento di rotta" di Lunord e sostituiti dai coriacei paladini. Passiamo alla trama. Un re, tale Leonard, si è accorto di essere ormai anziano e di non aver compiuto durante la sua vita delle imprese gloriose che gli consentano l'immortalità, almeno nella storia del regno di Ardania e quindi raduna i suoi migliori maghi per "procurarsi" una sfida che gli consenta di entrare nella storia come un re coraggioso. La sfida in questione è un potente demonio che in teoria sarebbe stato facilmente sconfitto dal re Leonard, tuttavia le cose non vanno secondo i piani e il demone riesce a vincere contro il povero re e prendere le redini del regno. E qui entra in gioco il nostro alter ego, ultimo erede della linea di discendenza reale trovato dal consigliere di Leonard, e nei panni di questo viziato principino dovremmo fare di tutto per riprendere il nostro trono che ci spetta di diritto e riportare la pace nel reame, dando ascolto al nostro pittoresco consigliere che nei suoi briefing e nei suoi interventi durante le missioni di gioco ci strappa qualche piacevole risata... Forse avrete capito che protagonista e motore del gioco è uno humour smaliziato e graffiante che prende in giro tutto l'immaginario fantasy, quindi immaginatevi elfe dandy, maghi che si cacciano quasi sempre nei guai, guerrieri sbruffoni e ladre non troppo coraggiose. Menzione d'onore al fatto che il simpatico doppiatore del consigliere reale non è stato cambiato dopo 10 anni!
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

martedì 24 novembre 2009

Fahreneit: Indigo Prophecy

È una notte invernale e fredda quella in cui Lucas Kane, dopo essere stato posseduto da forze sconosciute, riprende il possesso delle sue facoltà mentali nella toilette di una tavola calda di New York, con un coltello in mano, sporco di sangue, con delle cicatrici all'altezza dei polsi e con davanti il corpo di uno sconosciuto martoriato dalle sue pugnalate.
Da quel momento in poi, Lucas dovrà cercare di sfuggire alla polizia ed evitare la condanna per un crimine che ha commesso contro la sua volontà e indagare sul perchè si sia ritrovato in una simile situazione.
Questo è l'allegro inizio di Fahreneit.
Prendete un film con una sceneggiatura, una trama, degli attori che recitano la parte dei personaggi al suo interno, dopodichè prendete un videogioco, dove potete interagire col mondo che vi circonda e decidere fra la vita e la morte del vostro personaggio e di quelli secondari.
Unite il film e il videogioco e in questo caso ottenete Fahreneit.
Da quando vi risveglierete nella tavola calda dovrete agire in modo da depistare le forze della polizia, tutti gli errori che farete peseranno sulle vostre azioni e situazioni future, vi ritroverete ad affrontare sia enigmi da avventura grafica che scene di azione in cui dovrete essere veloci con la tastiera cper combinare la giusta sequenza di tasti. Oltretutto, Lucas è una persona normale che si è trovata in una situazione alquanto spiacevole e, in quanto persona normale, prova sentimenti e paura, è soggetto allo stress e ogni cosa che va storta aumenta il suo livello di stress, che se raggiunge il massimo livello lo porterà mollare, a costituirsi alla polizia o a suicidarsi.
Non c'è solo Lucas.
Ci sono anche i poliziotti che hanno avuto l'incarico di stare sulle sue tracce, Carla Valenti e Tyler Miles e anch'essi sono soggetti agli effetti dello stress come lo sarà lui.
Nel complesso è un gioco carino e rigiocabile, che permette tre finali diversi e tutta la vasta gamma di situazioni da affrontare a seconda di come sono state prima gestite.
Peccato che alla fine il gioco inizi ad assomigliare un po' troppo a Matrix, ma questa è una questione di gusti...
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

lunedì 23 novembre 2009

John Woo Presents: Stranglehold


Alla fine sono riuscito a toccare con mano questo o meglio con mouse e tastiera questo benedetto gioco. E le cose interessanti ci sono, eccome. L'ispettore della polizia di Hong Kong "Tequila" è il protagonista del gioco, ed è "costruito" usando il corpo e, nella versione inglese, la voce dell'attore cinese Chow Yun Fat che ha interpretato Hardboiled,il film di cui Stranglehold è un sequel, nella versione italiana, invece, la voce del vostro alter ego è quella del mitico Claudio Moneta, famoso per il gioco Mafia e molti altri titoli per Pc e Console. Il titolo ha la caratteristica di attrarre magneticamente il giocatore con molte caratteristiche. Prima fra tutte, sicuramente è la vasta gamma di azioni spettacolari che il giocatore può improvvisare: si va dal classico bullet-time, già visto nella serie Max Payne e non solo, ma anche a mosse acrobatiche come scivolare su una ringhiera e sparare in movimento, oppure utilizzare oggetti mobili come carrelli con rotelle, da sfruttare come vere e proprie piattaforme mobili da cui colpire il nemico senza colpo ferire. Ma poi ci sono anche le abilità speciali sbloccabili durante il proseguimento del gioco che quando vanno usate consumano una parte più o meno "esigente" della vostra adrenalina. La mia preferita devo dire è quella che si ottiene quasi da subito, ovvero il colpo di precisione, in cui Tequila estrae la pistola e mette al rallentatore il gioco per sparare un colpo chirurgico in un punto vitale o non dell'avversario desiderato. Puntato il bersaglio e premendo il grilletto la telecamera si sposta sul proiettile esploso che segue la sua traiettoria colpendo il malcapitato di turno che, tocco di classe, reagisce in modo diverso in base alla parte del corpo vittima del proiettile (il tutto al rallentatore e con un discreto spargimento di sangue, gioia degli amanti dello splatter!). Il difetto principale di queste perle di coreografia degna dell'ennesimo film o videogame a là Matrix è che per rendere più semplici le mosse gli sviluppatori le hanno fatto molto rigide. Mi spiego meglio: il protagonista non può saltare (tranne che in pochissimi casi) ma può solo tuffarsi, e purtroppo non sempre, più di una volta mi sono trovato nella situazione in cui mi sarebbe stato d'aiuto tuffarmi per coprirmi dietro un muro ma la rigidità di questo sistema di controllo mi ha portato a soccombere al fuoco nemico e a perire indegnamente. La trama ci porta a Hong Kong dove Tequila deve investigare sulla scomparsa di un poliziotto, quando scopre che il "collega" in questione ha un proiettile in mezzo agli occhi e che era un esca per attirarlo in trappola. Man mano che indaga il nostro eroe cercherà di sabotare i signori della droga locali e verrà a sapere che è in corso una guerra tra gang senza esclusione di colpi. Ed è costretto ad aiutarne una in particolare, la Dragon Claw, perchè la figlia e la nipote del Boss, chiamato Wong sono state rapite dalla mafia russa di Chicago, alleata di una delle sue bande rivali, la Golden Kane e che l'alter ego del giocatore dovrà andare a liberarle, insieme ad uno scagnozzo (che in verità è un poliziotto in copertura collega del protagonista). Perchè Tequila dovrebbe stare al gioco di questi mafiosi? Semplice: le due donne sono rispettivamente sua moglie e sua figlia, allontanate "per punizione" da Wong, perchè era "indecente" che sua figlia stesse con un poliziotto. La faccenda si complica quando si scopre che la missione affidata al compagno di Tequila non era esattamente quella di salvare le donne...

Particolare che mi ha tolto più di una risata è che a fine missione ci sarà mostrato l'equivalente in dollari di danni che abbiamo causato nello scenario, non dimentichiamoci infatti che praticamente tutto l'ambinete è distruttibile.I retroscena sbloccabili sono una chicca, per vari motivi: prima di tutto il negoziante che vende i "dietro le quinte" del titolo è il regista John Woo (disponibile, dopo essere sbloccato, anche come personaggio da scegliere nel multiplayer), prestatosi come Chow Yun Fat ad una sua incarnazione digitale. Un cameo di classe.
Per i videogiocatori "Standard" un buon titolo, per quelli amanti delle sparatorie al Rallentatore un must, per gli estimatori del regista John Woo un crimine non procurarselo, pena la morte!

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

giovedì 19 novembre 2009

Doppio omaggio di The Thing - La cosa, ovvero la recensione sia del film( 1982) che del sequel videoludico (2002)

Non posso esimermi dal recensire questi due titoli che appartengono a due arti diverse, il cinema e il videogioco, per molteplici motivi. Primo di tutti è sicuramente il contributo che mi hanno dato per farmi imparare ad apprezzare il genere horror grazie allo sforzo di entrambe le "ciurme" che si sono occupate di generare una quantità notevole di suspense tale da rendere sia il gioco che il film veri e propri capolavori della tensione e della paura. Ma passiamo alla trama. Il film è ambientato in una stazione metereologica tenuta da una squadra statunitense dell'Antartide viene un'entità aliena in grado di riprodursi facilissimamente e che ha l'abilità di mutare la propria forma in quella degli animali, o delle persone, che uccide. Questo la rende imprevedibile e più di una volta tra i membri della squadra c'è un sacco di tensione, sospetto e paranoia che spinge ognuno di loro a credere di essere di fronte all'alieno assassino, e spesso non hanno torto, ma grazie al fatto che il pilota d'elicottero della base, interpretato dal grande Kurt Russel e al medico di bordo presto si viene a capire che l'unico modo per impedire che quest'alieno possa espandersi oltre i ghiacci dell'Antartide è isolarlo e cercare di farlo morire congelato, rischiando però la morte di buona parte degli addetti, dato che bisogna togliere i contatti con il mondo civilizzato. Tutto questo non serve perchè qualche anno dopo (e qui si parla del gioco) un colonnello (il giocatore) viene mandato ad indagare sul misterioso "silenzio radio" della stazione ed è costretto a vivere la stessa situazione di panico dei precedenti abitanti della base USA...
Il bello della trasposizione videoludica è che i compagni di sventura che aiuteranno Blake non saranno certo dei Robot, anzi! Il giocatore dovrà fare i conti con la loro fiducia (che potrà aumentare o uccidendo le "Cose" assassine oppure sottoponendosi ad esami del sangue che confermino la sua umanità, non dimentichiamoci infatti che un soldato della base potrebbe benissimo pensare che noi siamo un alieno!) e con la loro paura. Se uno dei compagni entra in una stanza particolarmente inquietante il suo nervosismo salirà a dismisura e potrebbe impazzire. E quindi per impedirlo bisognerà somministrargli dell'adrenalina o dargli un po' di potenza di fuoco extra, oppure ancora cacciarlo dalla stanza direttamente!
In entrambi i titoli la colonna sonora è di ottima qualità, e farei una menzione d'onore per i titoli di coda del gioco che esibisce la canzone "After Me" del gruppo americano SALIVA. Da non perdere !

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

lunedì 16 novembre 2009

Rise Of Nations + Thrones & Patriots


Ormai questo titolo è parecchio stagionato, risale al 2003, ma si sà, spesso le cose migliori si trovano nel passato, ergo ho deciso di fare una recensione su questo gioco della Microsoft.

Non a caso, il gioco è stato molto premiato e i motivi ci sono. Personalmente ho fatto l'errore di provare prima il sequel(Rise Of legends, Abbreviamolo in ROL facciamo prima) dell'originale, e quindi il mio gradimento, viziato dalle notevoli limature fatte anni dopo nel seguito, ne ha risentito un po'. Ciononostante ho saputo percepire la ventata di novità che può aver portato Rise Of Nations nell'ormai lontano 2003. Prima di tutto il gioco ha "inventato" nel genere degli RTS gestionali, il concetto di confine nazionale: infatti esso sarà individuabile facilmente dato che l'aerea del giocatore sarà circondata da una linea colorata che ne delinea per l'appunto i confini. Entro questi limiti fisici il giocatore che nè è responsabile (e i suoi alleati) ne ricevono benefici che vanno dai rifornimenti illimitati alla possibilità di trincerarsi. Al contrario i nemici vedranno le loro scorte esaurirsi e di conseguenza le loro truppe che perdono col tempo punti ferita. Questo fattore rende interessante il gioco perchè impedisce di fare piccoli raid decisivi con poche unità e spinge il giocatore ad interrogarsi quale possa essere l'esercito perfetto, equilibrando il numero di armi d'assedio, fanteria, unità dedite al rifornimento delle truppe e cavalleria(sostituita nelle ultime tre epoche del gioco dai mezzi corazzati). Il sistema tecnologico è un po' complesso, quando ci si fa l'abitudine ci si accorge della sua utilità, dato che, ad esempio toglie al giocatore lo stress, che si provava ai tempi di altri Rts come Age Of Empires e Warcraft, di dover costruire abitazioni su abitazioni per costruire un esercito decente. Qui infatti la faccenda è diversa dato che a fornire gli "alloggi" sono i gradi della tecnologia militare, e non più delle strutture che occupano spazio utile ad altre costruzioni. Altro punto positivo è dato dalla presenza di una gestione dell'economia. Personalmente io non sono un fan dell'edificare più strutture dello stesso tipo, ma con questo gioco la mia idea è cambiata data l'intoroduzione delle città al posto dei classici insediamenti alla Age Of Empires. Esse non sono solo il punoto di raduno degli abitanti del villaggio ma sono dei veri nuclei attorno ai quali si costruisce il proprio impero e si è spesso costretti a costruirne più di una per avere un 'economia solida. Il commercio è sviluppato in modo semplice e originale e coinvolge le carovane e le città che ho nominato poc'anzi, inoltre i mercanti saranno una parte importante dell'economia: essi infatti sono incaricati di rifornire il vostro regno di risorse rare che possono dare utilissimi potenziamenti alla vostra economia e al vostro esercito. Per le unità non si è cambiato molto rispetto ai precedenti giochi che ho già citato, a parte il fatto che le truppe di fanteria non comprendono una ma tre unità e il fatto che hanno un'intelligenza artificiale discreta. Le modalità di gioco sono varie si va dall'addestramento (che segue parte della storia inglese dalla rivoluzione della regina Boadicea alla battaglia d'Inghilterra)alla classica mappa casuale per le schermaglie. È presente una campagna che permette di interpretare varie nazioni (qui molte a differenza di Rise Of Legends in cui erano solamente 3) dall'antichità fino all'età contemporanea, inoltre c'è la possibilità di esercitarsi a giocare tramite delle piccole sfide, che consistono nell'uccidere civili entro un tempo limite, proteggere una meraviglia dalle mani nemiche o una sifda a perdere meno truppe possibile in una battaglia. C'è anche un aggiornamento, Thrones & Patriots che aggiunge strutture, unità e qualche nazione giocabile e della campagne supplementari ambientate in varie epoche e luoghi del globo, come le conquiste di Alessandro Magno, le guerre per contendersi i territori americani, la campagna napoleonica e infine un ipotetico scenario fantapolitico che vede un "riscaldamento" della cosidetta guerra fredda. Quest'ultima particolarmente è sviluppata in modo interessante, dato che è possibile ordinare missioni di spionaggio e vi è anche il livello DEFCON, ovvero quello che in tempo di guerra fredda era un "metro" con cui si misurava l'incandescenza della situazione USA-URSS. e quando esso raggiungerà livelli particolarmente preoccupanti si potranno utilizzare gli arsenali nucleari.


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

giovedì 12 novembre 2009

Brother in arms

Brothers in Arms e ralativi seguiti si pongono come qualcosa ben al di sopra di un semplice spara spara ambientato nella Seconda Guerra Mondiale in mercato.
In questa serie non basta gettarsi col mitra spianato, lanciando granate, saltellando come scemi e buttando giù qualche nazi col corpo a corpo per fare il figo.
Siete liberi di farlo. Ma è improbabile che questa strategia paghi, perfino durante le prime missioni. Scordatevi le eroiche azioni di Call of Duty o Medal Of Honour, se volete ammazzare 500 tedeschi da soli, avete sbagliato gioco; avete sbagliato gioco anche se avete la pretesa di portare sia mitra che fucile da cecchino nello stesso inventario.
In questo gioco la guerra è guerra, signorinelle, non una partita di Unreal con una parvenza di riproduzione storica!
I giochi della serie, con un alternarsi di protagonisti fra il caporale Baker e il caporale Hartsock, rappresentano le peripezie dei soldati della 101ma aviotrasportata.
Per ora sono stati rappresentati gli scenari del lancio durante il D-Day e quello dell'operazione Market Garden.
La grandiosa innovazione del gioco consiste in un sistema di controllo che permette di dare ordini ai propri soldati dalla stessa schermata di combattimento. E i comandi stavolta non si limitano alla semplice avanzata o ritirata, ma permettono di dire ai soldati dove andare di preciso, dicendo addirittura a chi sparare o meglio, verso chi sparare.
In questo gioco non si mira solo per colpire il nemico, i nemici sono molto bravi a mettersi al riparo e quando il nemico si ripara dietro una protezione è abbastanza difficile colpirlo col sistema di puntamento realisticamente traballante del gioco. Per ovviare questo inconveniente si ricorre al cosiddetto fuoco di soppressione, si spara verso il nemico, costringendolo a mettere la testa al riparo, facendo avanzare l'altra squadra che cerca di aggirare la postazione nemica e mandarla nel regno dei più. Vi ritroverete a comandare una o più squadre, ciascuna col suo ambito di specializzazione e dovrete sfruttarle, cercando di non perderle, dato che le rimpiangerete altrimenti.
Grazie a questo stile di combattimento innovativo credo che questo gioco riproduca in maniera davvero completa la ferocia di una guerra moderna. Non è soft e pieno di licenze poetiche come un Call Of Duty, un Medal of Honour o un Hidden n' Dangerous, ma neanche troppo distaccato e concentrato sul lato tattico o strategico come un Close Combat o uno Steel Panthers.
Qui c'è la guerra ed è riprodotta davvero bene, grazie anche a una ricostruzione che in uno spara spara è rara.
Altra cosa che salta all'occhio nel confronto con gli altri del suo genere è che qui il gioco non rappresenta dei combattimenti particolarmente duri in momenti distinti nel corso di tutta la guerra come, per esempio, in Call of Duty; in questo gioco viene rappresentata la guerra ora per ora, il tutto in un lasso di tempo brevissimo, massimo qualche settimana e non qualche mese. Il che ti dà una vaga idea della quantità di stress psicologico subito da quei soldati, facendotici addirittura immedesimare e a volte dispiacere per un commilitone morto. E questo non mi è mai successo con gli altri giochi, non perchè visivamente meno forti, ma perchè solo questo gioco riesce a darti un'idea palpabile di una situazione simile, dato il suo realismo!



Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

lunedì 9 novembre 2009

Sid Meier's Pirates!

Nonostante lo stile un po' fanciullesco (quando ci sono i pirati in mezzo è, aihmè, quasi inevitabile) questo gioco è un piccolo gioiellino. Il protagonista, la cui famiglia è stata rovinata da un malvagio marchese spagnolo, decide di imbarcarsi in cerca di fortuna e di vendetta. Nazionalità e abilità dell'eroe saranno ovviamente a discrezione del giocatore, si potranno acquistare durante il gioco anche oggetti che incrementano le capacità.
La trama del gioco è lineare, ma potete interrompere il gioco quando volete, anche alla prima spartizione del bottino. Questo ovviamente influirà sul punteggio, che in questo caso sarà scarso, dato che non sarete riuscito a raggiungere nè gli obbiettivi principali, ovvero la vostra vendetta e la ricostruzione della vostra famiglia, nè quelli secondari quali la ricchezza, la fama e una bella moglie.
I comandi di gioco sono semplici: durante la navigazione, le battaglie navali e i duelli degli arrembaggi potrete usare i tasti direzionali per virare, cannoneggiare e combattere di scherma.
Ma non dovrete vedervela solo con battaglie in mare aperto.
Potrete anche scegliere di portare in vostri uomini a combattere via terra contro le truppe di una guarnigione cittadina, improvvisarvi cartografi per trovare tesori e città mitiche e, cosa fin'ora trascurata nei pochi giochi pirateschi in circolazione, vedervela con le corti dei governatori, per ingraziarveli e ottenere favori, missioni e il privilegio di fare la corte alle loro (non sempre!) fascinose figlie.
Potete aver conquistato città con colpi di mano strabilianti, affondato galeoni da quaranta cannoni, catturato i criminali più temibili di tutti i Caraibi, ma c'è una cosa che, senza la giusta dose di pratica, vi sembrerà un ostacolo insormontabile: il ballo al gran galà con la figlia del governatore!
Il gioco ha uno schema un po' rigido, che presto diventa ripetitivo. Il Baron Raymundo potete averlo sconfitto anche dieci volte, ma un minuto dopo spunta dall'altra parte dei Caraibi con una nuova nave e un altro pezzo di mappa.
Ma in ogni caso, resta un gioco molto piacevole.
L'idea di usare un sistema di gioco che accomuni tutte le fasi del gioco, i duelli, i dialoghi, le battaglie navali, il ballo e le missioni stealth, è stata una mossa furba e redditizia.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

venerdì 6 novembre 2009

Medal Of Honor: Airborne



Ammetto che ho scelto di installare questo tiolo come ripiego. Volevo cimentarmi in Stranglehold ma alla fine per un crash ho dovuto cambiare idea e gioco. Ho optato (incrociando le dita, perchè il PC con cui gioco sembra vada a vapore e non riesce a fare avviare titoli con una grafica promettente) per l'ultimo capitolo di Medal Of Honor disponibile per PC. Come si capisce dal titolo, non impersoneremo nè il ranger di Allied Assault, nè il marine di Pacific Assault, ma un soldato che appartiene all'aereotrasportata, più precisamente del corpo della 82esima divisione, la celebre "All Americans". Nonostante preferisca la storia della 101esima divisione "Screaming Ealges" devo ammettere che la scelta degli sviluppatori non è stata per niente stupida, anzi. Della 101esima ormai noi videogiocatori ne abbiamo le tasche piene, con il primo Call Of Duty e i tre capitoli della serie di Brothers in Arms (il terzo, anche se mi ci sono documentato purtroppo non ho avuto ancora l'onore di provarlo, purtroppo)! Questa scelta è ottima perchè ci porta in scenari ancora non esplorati negli FPS, come le operazioni Husky (per i neofiti della seconda guerra mondiale l'invasione della Sicilia)e Avalanche (un'operazione non molto conosciuta che ha preso piede nei dintorni di Salerno). Per non parlare dell'operazione Market Garden. Questa è stata già vista in Brother In Arms Hell's Highway, ma il settore evocato è diverso, dato che BIA vede i paracadutisti coinvolti ad Eindhoven e qui a Medal Of Honor invece si combatte a Nijemegen (riprodotta benissimo). Conclusa la parentesi storica parliamo del lato rozzo della recensione ovvero il Gameplay. Principalmente Airborne introduce due elementi. Il primo è indubbiamente quello "obbligatorio" dato che fondato su un gioco dedicato all'aviotrasportata, ovvero il lancio col paracadute: potremmo infatti condurre le danze appena saltiamo fuori dall'aereoplano che ci porta a destinazione. Questa innovazione è senza dubbio molto interessante, ma parecchio impegnativa. Infatti il sottoscritto sarebbe morto al primo lancio dato che l'esito dei miei lanci col paracadute era definito come "atterraggio disastroso" e ogni volta si trovava proverbialmente a mangiare la polvere. Il lancio è inoltre utile, oltre che a farci capire se siamo portati per il paracadutismo o meno, dal punto di vista tattico: infatti il paracadutista astuto sa che conviene atterrare su una posizione sopraelevata come il tetto di una casa, o magari anche la torre del campanile della chiesa di turno, possibilmente lontano dai nemici assetati del nostro sangue.
Il secondo grande punto aggiunto in Airborne è la possibilità di potenziare sul campo le nostre armi. Ognuno degli strumenti di dolore che avremo fra le mani avrà infatti 3 possibili potenziamenti (purtroppo non personalizzabili), che possiamo ottenere guadagnando esperienza con la determinata arma usandola contro il malcapitato di turno aumentando i "punti esperienza" con colpi in testa, attacchi corpo a corpo, e in caso di armi esplosive uccisioni in contemporanea di 3 o 5 nemici. E queste chicche sono molteplici: citando due esempi un nostalgico dei Film di gangster dovrà specializzarsi nel Thompson da 30 colpi e arrivato al terzo grado di potenziamento, avrà fra le mani un thompson da 50 colpi(il primo e il secondo potenziamento sono rispettivamente il manico supplementare e un miglioramento della canna)! Oppure se preferiamo specializzarci nella lunga distanza sarà sufficiente attuare lo stesso ragionamento con l'M1 Garand che al terzo potenziamento sfoggia un pratico tubo da cui è possibile sparare le bombe a mano.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

lunedì 26 ottobre 2009

Dragon Age: Origins - Io non posso ancora giocarci e SOFFRO!

Orgasmo Nerd. Ecco cosa si prova guardando il trailer di questo titolo. Gli ingredienti ci sono, al 100%: una veste grafica accattivante per i viziati della grafica, scene di combattimento dal sapore epico e violenza allo stato puro per gli amanti dell'azione che non disdegna un pizzico di buon vecchio splatter, una canzone "dura" che coinvolge lo spettatore (in questo caso This is New Shit di Marylin Manson) delle scene Hot per gli appassionati di...Vabbè avete capito e infine una Software House che è riuscita quasi sempre a farsi amare, ovvero la Bioware, degna dei maggiori onori per le sue serie giochi di ruolo come Baldur's Gate, Icewind Dale, Neverwinter Nights e Mass Effect. Ma c'è un però, che mi toglie il sorriso dalle labbra e lo sguardo ebete da innamorato: per fare girare in modo decente questo capolavoro bisognerà rubare il computer a Bill Gates, perchè si sa, l'ottima grafica per essere vista fluida e perfetta ha bisogno di un PC all'ennesima potenza di cui purtroppo ancora non dispongo, e questo mi fa venire voglia di cedere all' XBOX360 e alla Play Station 3, che hanno il vantaggio di non dovere essere potenziate ogni due secondi, ma che per uno della vecchia guardia informatica come il sottoscritto significherebbe cedere al lato oscuro del divertimento videoludico. Spero solo che presto avrò un Computer degno di questo nome.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

venerdì 23 ottobre 2009

Command & Conquer: Generals Zero Hour

Purtroppo quest'espansione non esiste completamente italiano quindi bisogna arrangiarsi con le proprie conoscenze della lingua anglofona. Tuttavia questo difetto è bilanciato da una vasta gamma di interessanti aggiunte al Gameplay di Generals. Oltre alla "canonica" aggiunta di unità e strutture e di tre nuove campagne, è stata implementata infatti una modalità aggiuntiva che rivoluziona completamente lo stile di gioco che è quella della specializzazione del generale. Ogni fazione del gioco originale viene infatti "scissa" in tre sottofazioni, capitanate da altrettanti generali, ognuno con le proprie abilità. All'inizio di questa modalità, chiamata per l'appunto "battaglia dei generali", dovremmo scegliere il nostro alter ego e scontrarci con tutti gli altri 8 più un nono che rimane segreto fino all'ultimo Match della campagna. Il bello è che ognuno di questi generali ha la sua specializzazione in campo bellico, e di conseguenza possiede pregi e difetti unici e spesso l'aspetto e l'armamento di unità cambiano radicalmente, come la guardia rossa, truppa standard della fazione cinese, viene "trasformata" in un mitragliere armato di un micidiale Gattling in grado massacrare fanteria e velivoli.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

mercoledì 21 ottobre 2009

Command & Conquer: Generals


Lo ammetto. Avrei dovuto recensire questo prima di Command and Conquer: Red Alert 3 (d'ora in poi rispettivamente C&C e RA, perchè se no impazzisco), ma qui su questo blog la storia dei videogiochi non segue per niente un ordine cronologico, quindi accontentatevi.
Questo "doppio titolo" è forse il più particolare di tutta la serie C&C . Prima di tutto Generals è il primo titolo della serie in cui un attento osservatore che conosce la saga può notare che non c'è più il marchio Westwood Studios, storica Software House "deceduta" nel 2003. Secondo poi è il primo C&C ad usare un motore tridimensionale, e terzo, nella trama non è legato minimamente nè alla serie di C&C nè a quella del mitico Spin Off RA, ed è un titolo a parte. Infatti a parte molti elementi del Gameplay (molte caratteristiche delle fazioni sono marcatamente "autocitazioni" dei passati schieramenti di RA 2 e del suo aggiornamento Yuri's Revenge), l'ambientazione è molto diversa: non si parla più nè di Tiberium, nè di un conflitto tra Sovietici e Alleati (o Giapponesi, aggiunti in RA 3), ma siamo portati a vestire i panni di un generale Americano o Cinese con cui dovremo combattere un'organizzazione terroristica mediorientale fittizia dagli armamenti obsoleti ma numerosi e agguerriti, chiamata ELG (Esercito di Liberazione Globale) . So che ve lo state chiedendo, e la risposta è si: potete interpretare anche questi cattivoni.
A rendere interessante l'offerta proposta dal gioco è un sistema di esperienza che dà la possibilità di personalizzare il proprio alter Ego (caratteristica poi ereditata da RA 3) con mezzi bellici e tattiche particolari.
Come negli altri titoli ogni fazione ha le proprie peculiarità ma anche difetti.

I Cinesi rappresentano la fazione secondo me più equilibrata e semplice del gioco: la fanteria e i carri armati standard ottengono un bonus di potenza quando formano un gruppo di 5 o più unità, la tecnologia è moderna ma non alla massima avanguardia, ma brutale ed efficace: carri con cannoni gattling, carri con cannone al napalm, un arsenale nucleare di tutto rispetto che consiste in Missili balistici (super-arma della nazione) e cannoni d'artiglieria che sparano testate nucleari a lunga distanza , carri armati pesanti (che possono "divorare" sotto i loro cingoli PERSINO i veicoli) personalizzabili in modo da renderli macchine da guerra autosufficienti al 100% infatti questo gioiello è secondo la mia umile opinione una delle unità più potenti del gioco: sul Tank potremo installare una torretta a scelta tra: mitragliatore gattling ottimo per falciare fanteria e aerei; bunker da 5 posti presidiabile da fanti scelti da noi; e un ripetitore che (irrealisticamente, lo ammetto) riparerà e guarirà rispettivamente veicoli e fanti vicini. I difetti di questa fazione sono la mancanza di unità base potenti e un aerounautica potente ed equilibrata ma che consiste solo dei MIG sovietici, potentissimi caccia multifunzionali ma col difetto che devono per forza tornare nell'aereoporto a rifornirsi di missili al napalm.
Gli Americani hanno una tecnologia allo stato dell'arte e dal sapore futuristico dalla loro. alcune unità sono potenziabili: infatti sarà possibile montare sui vecoli dei droni di vario tipo che aiutano a difendere meglio il mezzo o rivelano unità invisibili che possono minacciare le vostre truppe. La fanteria di base è migliore rispetto a quella degli altri schieramenti, tanto che è capace di utilizzare delle speciali granate in grado di sterminare la fanteria avversaria in un colpo solo quando è presidiata negli edifici. L'aereounautica statunitense si può riassumere facilmente: fa il mazzo a tutti. Essa comprende Bombardieri pesanti, caccia ed elicotteri da combattimento (questi ultimi non devono rifornirsi come gli altri velivoli, di munizioni), nonchè elicotteri da trasporto che si possono utilizzare per raccogliere le merci necessarie a sostenere l'economia della macchina bellica e possono essere adibiti a comodi trasporti truppe. La superarma per gli Stati Uniti consiste in un cannone a raggio (che possiamo manovrare personalmente), in grado di massacrare TUTTO meno che i velivoli. Grande difetto degli USA è oltre che il prezzo eccessivo di qualche unità, il fatto che senza un rifornimento di energia adeguato potrebbero cadere in disgrazia in poco tempo.
Infine ci sono i terroristi. Marcatamente ispirati ad Al-Qaeda gli arabi hanno una tecnologia bellica molto rudimentale.
I guerrieri dell'ELG pongono la loro forza nelle tattiche di guerriglia urbana e nel loro spirito di sopravvivenza. L'Esercito di Liberazione Globale è molto particolare e solo i veri intenditori sanno usarli con efficacia e saggezza. Logicamente un generale che li guida deve essere pronto ad accettare perdite ingenti, dato che devono fare un sapiente uso dei Kamikaze. Un'abilità utile dell'ELG consiste nella possibilità di catturare facilmente i veicoli nemici per sfruttarne i vantaggi. La punta di diamante dell'armamento di questo schieramento è la cavalleria leggera con archi e frecce. Scherzavo. Anche se i carri armati di base fanno ridere se non aiutati da unità di tipo diverso. Un paio di veicoli (il carro avanzato e il cannone antiaereo mobile) ha inoltre la capacità di migliorare il proprio armamento "riciclando" i resti dei carri nemici e creando così armi più devastanti con cui combattere il nemico.La cosa più letale che hanno a disposizione consiste nelle armi chimiche in grado di falciare la fanteria e veicoli leggeri (e con le dovute migliorie anche quelli pesanti). Uno dei pregi della fazione è un'arma a doppio taglio è la totale assenza di energia nelle loro base, che permette loro di costruire basi piccole ed efficienti ma contemporaneamente vulnerabili dato che il radar (che Cinesi e Americani possono costruire tramite una struttura specifica) può essere montato solo su un veicolo poco più resistente di un unghia. Inoltre questi fanatici non hanno una minima forza aerea. L'arma speciale degli arabi è una base missilistica in grado di lanciare ogni un tot di tempo 9 missili SCUD a testate chimiche molto potenti.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

lunedì 19 ottobre 2009

Third Age Total War

Legolas si oppone col suo plotone di fidi arcieri, uccide molti nemici.
Ma alla fine soccombe. Per mano dei guerrieri della scorta del re dei nani. Se la memoria vostra non è arrugginita di parecchio, dovreste esservi accorti che nè nel film nè nel libro i fatti si sono svolti. Questo è successo perchè non state leggendo il libro o vedendo il film, neanche quello col finale alternativo sul dvd. Questo è successo perchè vi siete presi la briga di installare l'ennesimo mod di Total War e di aver scelto di giocare con la fazione coi nani.
Non sono stato io a volere o a scaricare il mod, ma appena l'ho provato il mio lato nerd si è risvegliato e ha gioito. In questo gioco potete impersonare una delle fazioni coinvolte nelle guerre della Terra di Mezzo, dai regni di Dale a quei cattivoni di Mordor.
L'immancabile omologo alla fazione papale stavolta è impersonato da Sauron, che vi imporrà conquiste e Crociate dove il suo potere ha mire espansionistiche. Guai a voi se siete uno dei regni del bene e vi capita di finire fra i suoi nemici e ancora peggio se siete una fazione del Male che ha fatto il salto della quaglia!
Il gioco riproduce molti dei guerrieri che avete visto nel film e in più numerose unità tratte dal libro e che forse vedremo nel film dello Hobbit.
Se vi è piaciuto il film e il libro (o anche se siete semplicemente un nerd affiatato) apprezzerete questo mod. L'unico problema è la presenza di alcuni fastidiosi bug che precludono la vittoria finale (almeno così mi è capitato di vedere dalla parte dei nani) e alcuni problemi che tradizionalmente sono ormai di casa in questo capitolo della Total War
L'intelligenza artificiale continua a essere stupida, in particolare la diplomazia è inutile, vi troverete di fronte a fazioni che richiedono tregue quando converrebbe continuare la guerra o si ostinano a combattervi fino all'ultimo uomo anche quando offrite delle condizioni di resa onorevoli e addirittura vantaggiose.
Un ultimo problema che ho notato nel fare confronti fra il mod e i giochi dell'espansione è il fatto che ho notato che il morale nei mod è molto, molto meno importante che negli altri giochi: le truppe nemiche decidono di darsela finalmente a gambe levate solo dopo aver perso la metà o anche più del plotone, cosa che ho riscontrato perfino con quei codardi dei goblin.
Aggiungi immagine
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

lunedì 12 ottobre 2009

Europa Universalis


Qualche fan di Europa Universalis mi darà del profano molto probabilmente ma ho deciso di pubblicare in una recensione tutta la serie. La motivazione è semplice. Il gameplay è molto simile in tutti e tre i titoli di Europa Universalis. Infatti, a parte qualche aggiunta, vige la regola "Squadra che vince non si cambia" e i risultati sono ottimi per i giocatori intenditori e pazienti, il tutto grazie ad un'enorme collaborazione tra Team di sviluppo e fan della serie, dato che questi ultimi sono stati gli ideatori di molte caratteristiche che poi gli sviluppatori hanno integrato nei giochi. Il modo di gioco è sempre molto caotico e chi si pone davanti ad esso come in qualsiasi altro gioco di strategia ha vita corta. per fare esempio questa serie insegna che, a differenza di altri titoli come quelli della serie Total War, la guerra è una soluzione non sempre valida da prendere. Perchè? Se noi dichiariamo guerra "a torto" cioè ad una fazione che ha con noi qualche legame sia esso di tipo matrimoniale, militare o religioso la stabilità del nostro regno precipiterà e avremo a che fare con un nemico ancora più temibile delle armi avversari, ovvero il nostro stato stesso: i proventi delle tasse raccolte nei nostri territori saranno più poveri, il rischio di ribellione nelle province sarà più elevato, il numero di agenti reclutati sarà più basso e anche il morale del nostro esercito ne risentirà, il tutto portandoci spesso a gravi sconfitte, sia sul campo di battaglia, sia in campo finanziario. La cosa più interessante è che spesso seguire la strada della storia può sembrare molto meno conveniente che crearne una da sè. Facendo un esempio se iniziamo il gioco ad Europa Universalis 3, nei panni del Regno di Francia nell'anno 1399 scopriremo che, invece di dichiarare guerra all'odiata Inghilterra è meglio dichiararla a degli stati ben meno temibili dal punto di vista militare come gli stati dell'Africa Settentrionale come il Marocco e l'Algeria in cui la tecnologia militare di terra dell'esercito francese può spazzare via le milizie musulmane allo scopo di guadagnare più prestigio e quindi maggiori risorse per poi affrontare l'Inghilterra con più risorse belliche. Ma non è tutto il nostro comportamento potrebbe persino influenzare le altre nazioni, come è successo a me. Nella mia già citata guerra impari contro l'Africa Mediterranea il regno di Scozia, mio alleato, ha deciso di seguirmi nel mio colonialismo ante litteram e si è imposessato di alcune regioni del sultanato marocchino. Questa manovra gli ha fatto passare in secondo piano lo storico odio per il regno inglese, in modo tanto esagerato da passare presto sotto l'ala dell'Inghilterra, prima come semplice vassallo e poi come nazione annessa!

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

domenica 4 ottobre 2009

Project:Snowblind


Non ho aggiunto tra le etichette "Arte Videoludica" perchè purtroppo questo gioco non è molto innovativo e a suo tempo non ha rivoluzionato il genere degli sparatutto, dato che non fa altro che riproporre gli impianti cibernetici, già visti in Chrome e sopratutto in Deus Ex, tanto che molti tendono a considerare Project:Snoblind un seguito spirituale della serie Deus Ex. Nonostante questo difetto allontani il titolo dall'Olimpo dei videogiochi ci troviamo di fronte ad un gioco pregevole, in grado di offrire qualche ora di divertimento. La scelta delle armi e dell'equipaggiamento in generale consiste i una rielaborazione dei canonici oggetti di distruzione già visti in altri titoli, tuttavia per fortuna qualcuno di questi ha subito interessanti modifiche: la banale pistola silenziata offre come modalità alternativa di fuoco un mini missile esplosivo, il fucilone a pompa dà la possibilità di lanciare al posto delle normali pallottole delle potenti mine adesive, il fucile laser lancia dei minidroni ottimi per disturbare il nemico eccetera eccetera. Oltre alle granate il giocatore potrà,se li trova, lanciare degli aggeggi elettronici capaci di creare scudi antisommossa portatili da sfruttare come barricata di fortuna. Riguardo ai Bio-potenziamenti, come dicevo prima, si storce il naso, perchè è roba già vista: potenziatore di riflessi, visuale potenziata, corazza energetica e invisibilità. Project:Snowblind è ambientato nel 2065 a Hong Kong, dove un gruppo terroristico detto La Repubblica , prende il potere con le armi e noi, che facciamo parte didella coalizione della Libertà, un organizzazione militare internazionale formata apposta per combattere questi cattivi di turno dobbiamo fare qualcosa per salvare la situazione scottante. Ma parliamo del "noi": l'alter ego è un normalissimo tenente della coalizione che, appena giunto alla base per unirsi deve respingere un'assalto dei Repubblicani. Respinto l'attacco Nathan Frost, questo il nome del tenente, viene colpito da un attacco di sfiga multipla avendo la sfortuna di rimanere coinvolto in un esplosione di una bomba lanciata dai cattivoni e di conseguenza rischia la vita. Tramite un intervento di chirurgia viene "resuscitato" e potenziato con i suddetti impianti biotecnologici e d'ora in poi dovrà occuparsi di distruggere una potente arma in grado di riportare la tecnologia a quella di una nuova età della pietra...


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

lunedì 28 settembre 2009

Men Of Valor

Men Of Valor è uno sparatutto classico. Spesso il gameplay non è troppo diverso dal classico "cerca e distruggi", ma questo difetto è mascherato bene da alcuni fattori. Il gioco ci porta indietro nel tempo, durante la sanguinosa guerra del Vietnam dove il giocatore impersonerà un Marine Afroamericano che partecipa a diverse operazioni militari del conflitto vietnamita, compresa l'offensiva del Tet resa celebre da Full Metal Jacket e la battaglia di Da Nang. Ma la trama (anche se purtroppo è molto lineare) non è un semplice susseguirsi di obiettivi, e avremo a che fare durante il gioco con dei ben caratterizzati e carismatici commilitoni, che ci accompagneranno durante le missioni e purtroppo in alcuni casi verranno uccisi dai soldati Vietnamiti o dai Vietcong di turno. A rendere più realistico e coinvolgente il gioco c'è una chicca: quando completeremo una missione il nostro alter ego scrive lettere alla famiglia dove commenta le sue azioni in territorio nemico e si informerà di come sta il suo fratello minore che ad un certo punto del gioco verrà spedito anche lui a combattere in Vietnam. Oppure, quando moriremo nel corso delle azioni in cui siamo coinvolti il game over altro non è che la lettera per informare la suddetta famiglia della morte del protagonista. Ma a battere tutti gli aspetti positivi del gioco è una superba colonna sonora che comprende bellissimi brani musicali scritti da artisti degli anni '60, tra i quali James Brown e i Mamas & Papas.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

martedì 15 settembre 2009

The Witcher

Non ho letto il romanzo da cui è preso il gioco, purtroppo. Dico purtroppo sia perchè è impossibile trovare il libro (scritto da un abile autore polacco) tradotto nell'italica lingua e sia perchè non ho avuto modo di poter assaporare al meglio i collegamenti con l'originale. Non fatevi ingannare dalla mia intoduzione perchè il gioco è assolutamente un buon titolo e i motivi non sono pochi. Prima di tutto il gioco ci mostra una trama interessante e originale, in cui impersoneremo Geralt di Rivia. Questo enigmatico personaggio fa parte di un gruppo di mutanti che, sacrificando parte dell'umanità e la possibilità di avere figli, proteggono gli umani dai mostri. Tuttavia questa protezione non riceve gli onori che merita, anzi, questi cacciatori, gli Witcher, sono oggetto di feroci discriminazioni razziste che li hanno costretti a vivere lontani dalla civiltà. In seguito ad un assalto ad una delle poche fortezze di Witcher rimanenti i cacciatori sono decisi a fare luce su questo misterioso attacco e si dividono per indagare e scoprire cosa minaccia sia la razza umana che i Witcher. Il gioco sfrutta l'Aurora Engine (opportunamente aggiornato), che già aveva dato prova di sè col primo titolo della serie Neverwinter Nights, che permette (con un computer adeguatamente potente) dei paesaggi realistici e una resa grafica dei personaggi credibile . Se siete troppo pignoli per la grafica, potete potenziarla ulteriormente acquistando The Witcher Enhanced edition, che migliora alcuni particolari della grafica, in particolar modo dei personaggi, che oltre ad avere una nuova veste grafica gesticoleranno in modo più realistico dell'edizione originale. Sul Gameplay c'è ben poco da storcere il naso. Infatti le azioni possibili sono di un numero soddisfacentemente elevato, e sono anche divertenti. Persino il "banale" combattimento in mischia offre delle sorprese, infatti lo stile di attacco sarà facilmente e originalmente personalizzabile in tre comode modalità, ovvero attacco pesante, attacco veloce e attacco di gruppo. Il primo è buono contro personaggi potenti e coriacei il secondo contro nemici agili ma fragili e il terzo servirà quando il personaggio principale è circondato dagli avversari. Oltre al canonico spada contro spada potremo anche darci al gioco d'azzardo in combattimenti a mani nude nelle taverne, in cui dovremo mettere K.O. l'avversario senza uscire dal "Ring". Rimanendo tra le mura della taverna inoltre, si avrà la possibilità di fare delle gare di bevute per guadagnare denaro, oggetti o informazioni utili al proseguimento della trama. L'alcol come avrete capito non sarà un particolare ininfluente, e se il personaggio esagera barcollerà e sarà meno efficiente nel combattimento e sarà più lento. L'alchimia anche è un elemento centrale che sarà utilissimo al protagonista per potenziare le sue caratteristiche e per procurargli pozioni di ogni genere, speciali unguenti per migliorare temporaneamente le sue armi e bombe il cui uso penso sia chiaro a tutti. La gestione dell'armamento è semplice: avremo a disposizione 4 slot per le armi: uno occupato dalle spade a due mani di metallo (utili contro i nemici umani e animali) , un secondo coccupato dalle spade a due mani di argento (potenti invece contro i mostri) e due slot aggiuntivi tenuti in serbo per armi a una e a due mani che non siano necessariamente spade, come asce, mazze e pugnali.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

mercoledì 2 settembre 2009

Emperor: la nascita dell'impero cinese

Dopo Pharaoh e lo sfortunato Zeus, la Sierra mette in campo sui monitor l'impero cinese.
Nel gioco gestirete le vostre città in un lasso di tempo che va dalla nascita della cultura cinese
all'invasione mongola. Gestire un'intera città è già una bel lavoretto e voi non dovrete solo costruire interi quartieri, rifornirli dei beni di lusso e di tutte le infrastrutture, ma dovrete anche mantenere il tenore di vita dei vostri cittadini, che più diventano ricchi e più diventano esigenti e viziati. Ma non solo: dovrete onorare con cospicui dono le divinità e gli antenati, barcamenarvi nella diplomazia con le altre città, usando le trattative e anche la forza, dovrete costruire delle città vivibili ed esteticamente gradevoli e che rispettino il feng shui, l'armonia degli elementi.
Lo stile di gioco è il solito, sorretto dalla cara vecchia modalità bidimensionale, di cui questo è l'ultimo gioco della serie che ne fa uso (purtroppo): i cittadini girano autonomamente per la città e voi dovrete garantire loro un percorso che li conduca in tutti i posti dove devono andare a erogare il loro servizi.
Per quanto riguarda il lato militare non ci sono stati grandi cambiamenti e i monumenti sono ancora possibili da costruire, fin'ora non ho avuto la stessa soddisfazione di quando vedevo i miei schiavi portare sulla piramide mattone per mattone come a Pharaon, ma forse è perchè non sono ancora arrivato alle missioni in cui si costruisconi i monumenti più tosti.
La gestione della mappa diplomatica è cambiata: non dovrete fare riferimento al solo faraone, dovrete vedervela con ogni singola città che vi sta vicina, commerciandoci, migliorando i rapporti, alleandovi, mandando spie e sabotatori e spedendovi truppe per difenderle o per sottometterle.
Ogni tanto vi ritroverete - come nei precedenti titoli - a sagrare sul perchè l'addetto a un certo servizio non va a fare il suo lavoro in un posto così vicino rispetto al posto da quale parte. Ho trovato un fastidioso bug in questo gioco, caratterizzato dalla presenza di alcune zone dove - ogni 5-10 minuti - vedrete crollare una dopo l'altra tutte le strutture, anche quando se sono zono ben servite da ispettori edili.
Nonostante le mille difficoltà che incontrerete durante il gioco (e forse prorpio grazie a queste difficoltà e ai conseguenti sforzi) resta comunque il fatto che vedere i propri quartieri evolversi in zone sempre più prosperose e agiate è una vera e propria gioia per gli occhi. Ancora più soddisfacente e riuscire a mantenere anche i più elevati tenori di vita degli inquilini. Anche perchè la mancanza di un bene di consumo o servizio causerebbe l'immediato degrado del quartiere e la perdita di numerosi cittadini e conseguenti lavoratori. Giocare a giochi simili è importante perchè molto istruttivo, aiuta a capire perchè, a volte, chi gestisce un'impresa o una città è così cinico e bastardo. Vi ritroverete a giocare dalla parte dei padroni, a vedere le cose dal loro punto di vista. E , brutto dirlo, capirete che per chiunque gestisca un paese o una città, un tasso di disoccupazione al di sotto del 10% è un gran vantaggio e di gran lunga preferibile alla carenza di lavoratori.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

martedì 18 agosto 2009

Spicciolati (e mod) d'Italia

Lo sapevo. Non dovevo impelagarmi nel magico (e terribile al tempo stesso) mondo dei mod!
Però non potevo sopportare l'idea che con Medieval 2 non puoi giocare nel periodo rinascimentale. (O meglio, si può giocare il periodo rinascimentale, ma devi aspettare un sacco di turni per sbloccare l'era, oppure iniziando subito nel Rinascimento con Americas, che però è l'espansione Total War più scadente fin'ora conosciuta.)
Così mi sono ritrovato a scaricare con ingordigia il mod di Machiavello e, specialmente, quello di Spicciolati d'Italia, che iniziano già nel periodo rinascimentale e, nel secondo caso, è completamente incentrato in Italia.
L'unico pregio non è solo il periodo in cui i giochi sono ambientati, con tutte le innovazioni tecnologiche e nel campo militare che ne derivano. Molti fastidiosissimi bug dei giochi precedenti sono stati superati e potrete vederlo sul campo di battaglia, come ho fatto io (ho provato sia Machiavello che Spicciolati d'Italia, anche se con Spicciolati d'Italia sono stato più preciso nel controllo, dato che ancora ci gioco).
Il primo bug che è stato finalmente debellato è la completa inettitudine degli archibugeri: dopo aver sparato, la prima fila retrocede e le seconda (che nel frattempo ha caricato il colpo) va avanti e spara subito; questo non è quello che succedeva nelle espansioni precedenti, dove la seconda fila, dopo aver caricato il colpo, passava in prima fila e si metteva DI NUOVO caricare il colpo, rendendo così tutto più lento e facendosi fare a fette prima di riuscire a sparare una seconda salva. Questo problema era già stato eliminato in Britannia, ma era un progresso quasi inutile, dato che è ambientato in un periodo dove tanto sono ancora arco e frecce a dominare i campi di battaglia, mentre nel nel periodo di Machiavello e Spicciolati il moschetto è quasi d'obbligo. Altro elemento caratteristico dei due mod è il modo in cui la formazione selva di lancia acquista finalmente la sua ragion d'essere: qui le formazioni di picchieri sono delle vere bombe, perfino i picchieri miliziani spaccano le reni a chiunque gli si avvicini in attacco frontale, figuriamoci cosa diavolo possono combinare i lanzichenecchi o gli svizzeri!
La cavalleria conserva sempre la sua bestiale forza d'urto ma qui, a differenza dei precedenti giochi, una volta superata la carica, la formazione di cavalleria si disperde completamente e, solo se viene loro ordinato si riunirà e con una certa lentezza. Non so se questo è un altro bug, fatto sta che se lo fosse si è rivelato un bug benefico, perchè aumenta il realismo del gioco: molto raramente le formazioni del periodo continuavano a combattere a file serrate dopo la carica ed era molto difficile riunire gli squadroni subito dopo uno scontro.
Purtroppo, se nella mappa tattica potremo vedere questi miglioramenti, i difetti esistono e vanno per la maggiorparte a riversarsi nella fase strategica del gioco. Sarà che gioco ai giochi Total War dai tempi della terza media, ma devo dire che l'intelligenza artificiale - sia tattica che strategica - ha ancora bisogno di essere migliorata e di molto.
Machiavello è un gioco estremamente vasto, potete impersonare qualsiasi regno del periodo, molto storicamente accurato e ammirevole, ma ciò rallenta enormemente il gioco nella mappa strategica. Sono arrivato a vedere caricamenti di 10 minuti fra un turno e l'altro. Va bene che il mio pc è un po' lentino, ma questa è un'attesa intollerabile, specie se paragonata coi caricamenti degli altri giochi TW, che si limitano a una trentina di secondi!
E poi, non ha veramente senso inserire fazioni come il regno irlandese, che nel '400 aveva degli eserciti obsoleti in una maniera imbarazzante. Non vale la pena inserirli, quale razza di giocatore li sceglierebbe??
Se Spicciolati d'Italia ha un po' meno fazioni ( e la lentezza migliora solo di poco), purtroppo ha il problema che eredita gli script identici di medieval 2 e vi ritroverete quindi delle fazioni che, almeno nell'aspetto, hanno le stesse caratteristiche di quelle di Medieval 2.
Oltre a qualche crash per le finestre impazzite vedrete anche alcune unità che nella mappa tattica hanno l'ufficiale con i tratti grafici incompleti, praticamente è uguale a Silver Surfer.
Infine, forse sono paranoico, ma ogni tanto vedo la mia fazione perdere migliaia di fiorini da un turno all'altro senza aver comprato niente.
Insomma, se non fosse per il mio amore per il rinascimento e per la serie Total War, mi sarei già indebitato e sarei già passato a Windows Vista per poter installare Empire Total War. Forse è meglio così.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

martedì 28 luglio 2009

The Bard's Tale

Questo gioco non ha ricevuto i giusti onori ed è presto finito nel dimenticatoio perchè nel 2004, anno di pubblicazione del titolo, c'era una concorrenza spietata sul fatto di gameplay e grafica e per il fatto che il gioco è stato rilasciato solo in parlato inglese. In effetti il gameplay è quello di un hack 'n slash standard con una gestione dell'inventario ridotta al minimo e poche azioni possibili. La grafica è carina, ma si sa, il videogiocatore medio non si accontenta facilmente e quindi tende a cestinare alcuni "acquisti videoludici". Ora che ho detto i principali difetti passiamo invece ai pregi. Bard's Tale è uno di quei giochi che vanno apprezzati non tanto per i combattimenti, le magie o altro. Anzi la ricchezza del gioco sta in altre cose. Primo punto di forza è la trama, un po' lineare, è vero, ma originale e dotata di uno humour irriverente tutto suo che inizialmente sembra un insieme di tutti i clichè della letteratura e della videoludica fantasy, ma man mano che si procede si avranno parecchie sorprese dove tutti i punti cardine di questo genere verranno ripetutamente presi in giro. Il gioco ci porta nei panni di un Bardo (come si capisce dal titolo) interessato solamente ad alcol, oro, belle donne e a modi per ottenere tutto questo. E il caso vuole che il nostro vanaglorioso eroe venga avvicinato da un misterioso gruppo che lo incarica di liberare una principessa da un malvagio druido che la tiene prigioniera in una torre, ma la missione si rivela molto più ardua del previsto e nel suo viaggio, tanto che si accorgerà che altri avventurieri, ben più virtuosi di lui abbiano avuto la peggio nel cercare di salvare la Principessa... Altro punto di forza del gioco è la musica, vedremo infatti ogni tanto, nel gioco PNG che si esibiranno in canzoni da taverna (ma anche in circostanze particolari, proposte in modi particolarmente demenziali) divertenti e orecchiabili.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

martedì 21 luglio 2009

Severance: Blade of darkness

Un esempio di gioco sfortunato che, anche se eccellente, non ha riscosso successo nelle vendite a causa di un cattivo marketing e perchè troppo difficile come gioco.
Io che l'ho vinto posso tranquillamente dire che è abbastanza fattibile e che non ho evidentemente idea di quanto possa essere incapace il videogiocatore medio da preferire una porcata come Tomb Raider a questo. Del resto la gente è stupida.
Il gioco ha uno stile di combattimento con armi bianche in cui dovrete usare la giusta sequenza di tasti (combo) per effettuare gli attacchi speciali. Vi è una grandissima varietà di armi da provare, ognuna con le sue combo speciali. E tanti nemici da smembrare su cui provarle. Pare che le musiche del gioco siano state prese qua e là da telefilm e colonne sonorie varie. Ma la scelta è stata davvero ottima, dato che sono tutte bellissime e adatte alle situazioni nelle quali sono sbloccate.
Nel gioco vi trovate contro il signore del Male di turno, che per essere sconfitto dovrà essere affrontato con la leggendaria spada di Ianna. Per trovare questo artefatto dovrete fare il giro delle terre conosciute, ammazzare tutti i mostri che vi si piantano davanti e trovare le rune della spada, nascoste nei luoghi che esplorerete e protette da enigmi e trappole. Potrete compiere questa avventura scegliendo uno dei seguenti personaggi
- Zoe l'amazzone: bella, veloce e tosta. Attacchi rapidi ed efficaci. E tante capriole. Predilige armi ad asta (non capite male!), niente scudo, ma tanto colpisce lontano ed è brava a schivare.
- Il barbaro Tukaram: praticamente l'unico personaggio conosciuto dalle poche persone che hanno sentito parlare di questo gioco. È il personaggio presentato nella copertina. Avete presente Conan il Barbaro? Uguale! Secondo me, se ci mettevano Zoe piuttosto che un muscolone sanguinante attiravano più compratori. Sembra un personaggio ignorante, ma ci vuole tattica e abilità per usarlo, dato che le combo con i suoi spadoni a due mani sono difficili da fare.
- Sargon il cavaliere: cavaliere sull'orlo della terza età che assomiglia vagamente a Sean Connery. Ma è uno che ci sa fare con spade e mazze pesanti.
- Nagflar il nano: il personaggio che ho usato. È il più robusto del gioco ed ottiene il migliore equilibrio fra attacchi e difesa. A metà gioco troverete un martello da guerra che ha una combo meravigliosa e che è così facile da fare che le combo successive vi sembreranno impossibili da fare. Ho pianto quando ho dovuto rimpiazzare il martello con un'arma più forte.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

venerdì 10 luglio 2009

Medieval 2: Britannia

L'ultimo gioco del pacchetto di espansione Kingdoms è, a mio avviso, il più riuscito, forse perchè immagino sia il più recente, forse perchè gli sviluppatori sono inglesi e hanno avuto un occhio di riguardo. Essendo probabilmente posteriore al precedente Medieval: Teutonic ha ereditato tutti i pregi del primo, inclusa una buona colonna sonora e alcune piccole preziose innovazioni. Il gioco è ambientato nelle guerre per la contesa del dominio dell'isola britannica e vede fra i contendenti gli inglesi, i gallesi, i norvegesi, gli scozzesi e gli irlandesi. Vi sarà anche la possibilità di poter disporre di personaggi storici che hanno avuto la loro parte nella storia dell'isola, primo fra tutti William Wallace se farete gli scozzesi, che porterà con sè un esercito ben addestrato e numeroso. La piccola grande innovazione in questo gioco consiste nella gestione dei vostri insediamenti. A differenza di Teutonic, dove i vostri insediamenti saranno caratterizzati dalla religione dei suoi abitanti, qui la discriminante è l'etnia. Se a Teutonic dovevate superare una certa percentuale per poter accedere a una certa unità (esempio: i cavalieri caratteristici dell'ordine teutonico sono reclutabili sono negli insediamenti dove più del 70% della popolazione è cattolica) qui vale lo stesso discorso. Ma con una significativa differenza: nelle vostre province con un'alta percentuale di popolazione proveniente da una certa etnia avrete la possibilità di reclutare unità esotiche, ovvero appartenenti a un'altra fazione. Questo significa che, in teoria, potreste avere con i più disparati tipi di unità, cosa che non potevate fare negli altri giochi della serie (a parte qualche tipo di mercenario). Altra innovazione è la presenza dei fortini permanenti, castelli già presenti nella mappa e disposti in punti strategici, ben fortificati e con la possibilità di ospitare truppe senza costi di manimento.

La scelta vincente di questo seguito consiste, secondo me, nell'essere ambientato in un periodo definito e ben delimitato. Non condivido le scelte di alcuni seguiti e mod di creare uno scenario che comprende mappe allargate dall'America alla Cina. Si mette troppa carne al fuoco così, si mischiano in un solo gioco troppe fazioni, troppi territori, troppi dettagli e finisce che, come con Americas, inevitabilmente la qualità del gioco diminuisce, la fedeltà storica, il modo in cui sono fatte le unità, il modo in cui sono fatte le nazioni. Meglio concentrarsi su uno scenario preciso e ben delimitato, in modo che sia dettagliato e ben riuscito.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

domenica 28 giugno 2009

Clive Barker's Jericho


Si vede, purtroppo, che il titolo è ereditato dall'XBOX360, ma ormai si sa: il regno dei giochi d'azione appartiene alle console, dato che i giochi di questo genere più recenti consigliano sempre l'uso di un Joypad, possibilmente quello delle XBOX360. Tecnicamente il gioco è ben fatto, le armi sono (anche se limitate rispetto ad altri giochi) ben bilanciate e i personaggi sono dotati di buon carisma. Il gruppo comprende vari membri di cui il giocatore potrà servirsi a suo piacimento. La cosa originale del gioco è infatti la possibilità di controllare ogni membro del team di cui abbiamo a disposizione (in tutto 7, che verranno gradualmente "sbloccati" man mano che il gioco procede): ad esempio se vogliamo una buona dose di forza bruta ci basterà utilizzare il mitragliere del gruppo, dotato di un Vulcan portatile dotato di immensa potenza di fuoco, di un pistolone di grosso calibro, nel caso ce ne sia bisogno e della possibilità di evocare un demone del fuoco pronto ad aiutarci a falciare i nemici, se vogliamo uno stile di combattimento preciso interpreteremo la cecchina, in grado di lanciare , oltre che i proiettili convenzionali del fucile da cecchino (con implementato un simpatico lanciagranate), anche un proiettile spettrale in grado di penetrare più nemici, nonchè della possibilità di spostare oggetti pesanti con la telecinesi. L'unica grande pecca del gioco a livello tecnico è il doppiaggio, fatto malissimo, da dilettanti (in particolare un membro del team che si sente benissimo il fatto che non ha nemmeno tentato a nascondere il suo accento milanese). Al contrario si può dire che la trama sia di buona fattura (anche se Clive Barker sembra che si sia impegnato a rendere alcuni particolari parecchio morbosi, anche per un horror) : la squadra Jericho, un team dedito a fenomeni occulti guidato dal Capitano Ross, viene inviata in una città antichissima e misteriosa in Medio Oriente appena "riemersa" in seguito ad una violenta tempesta di sabbia. Qui inizia una corsa contro il tempo perchè un criminale, Leach ha deciso di liberare un'entità demoniaca chiamata il Primogenito. Ma poco dopo si capisce che è già troppo tardi. Leach, uccide Ross e libera il demone. Il tempo viene stravolto e mandato nel caos più totale, sia nel presente che nel passato. Ross non è totalmente morto, anzi, il suo spirito è ancora vivo e ha la possibilità di possedere il corpo dei propri commilitoni per sfruttarne le relative abilità necessarie a sconfiggere il Primogenito e i suoi servitori che si sono susseguiti in varie epoche.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

giovedì 25 giugno 2009

Dark Messiah Of Might And Magic


Dark Messiah ci porta nei panni di Sareth, giovane apprendista, dal passato sconosciuto, del mago Phenrig. Incaricato da questi per trovare un artefatto arcano, il Teschio delle Ombre, dovrà unirsi ad una spedizione guidata dall'affascinante Lady Leanna in un antico Tempio sorvegliato da potenti guerrieri orcheschi. Ma non finisce qui, il misterioso manufatto è ambito anche dai necromanti e man mano che Sareth viaggerà nel mondo di Ashan riuscirà a scoprire qualcosa di inquietante sul suo retaggio... Dopo aver parlato della trama, a mio parere gradevole ma non eccellente passiamo al punto focale del gioco, ovvero il Gameplay. Questo first Person Shooter è molto particolare. Infatti non si usano le solite mitragliatrici Thompson o i fucili d'assalto AK-47, ma armi bianche, incantesimi e archi. Questo rende il gioco molto ambizioso e dà buoni motivi per provarlo, data la buona varietà di combinazioni possibili per quanto riguarda magie e tattiche di combattimento, siano esse di scherma, o di tiro con l'arco. Divertente la possibilità(possibile grazie al Source Engine già visto in Half Life 2), data al giocatore, di utilizzare l'ambiente di gioco a suo piacimento: in un combattimento affollato di nemici, il giocatore potrà scegliere di utilizzare tattiche poco ortodosse come rompere con l'arma o con un semplice calcio i sostegni di legno di una piattaforma piena di barili, oppure recidere una corda per far cadere sulla testa di un nemico una cassa di legno. L'ambiente sarà un arma inestimabile, ad esempio l'incantesimo di congelamento potrà essere utilizzato per trasformare temporaneamente in ghiaccioli i nemici del giocatore, ma anche per rendere un pavimento più scivoloso, facendo di conseguenza inciampare l'ignaro avversario, avendo la possibilità di approfittare della situazione e trafiggerlo con la spada. Le superfici del gioco non sono solo ornamentali, infatti l'acqua sarà ugualmente sottoposta alla fisica, quindi se attiriamo un simpatico ciclope in una pozza d'acqua potremo divertirci ad arrostirlo con una letale scarica elettrica nell'acqua. Un oggetto irrinunciabile sarà l'arco delle liane che troveremo abbastanza presto nel gioco, che ci permetterà di creare delle liane semplicemente scoccando una freccia su di una superficie di legno e in questo modo avremo la possibilità di raggiungere aree segrete in cui trovare pozioni di cura o anche equipaggiamento extra. Naturalmente non potremo fare TUTTO a piacimento, molte abilità infatti le guadagneremo solo col procedere del gioco dato che bisognerà guadagnare l'esperienza per migliorare il nostro fisico, le abilità (e magie) varie e il nostro intelletto. Questi punti esperienza non li guadagneremo uccidendo nemici ma solo compiendo gli obiettivi del gioco, quindi non dovremo sempre fare piazza pulita di mostri siano zombies, ghoul, orchi e mercenari malvagi, perchè ci si guadagnano solo botte e poco spesso qualche oggetto utile.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

martedì 16 giugno 2009

Vampire The Masquerade Bloodlines


Nonostante la massiccia e fastidiosa presenza di bug, che potrebbe scoraggiare i videogiocatori meno pazienti, non si può certo dire che questo sia un titolo da buttare. Armandosi di pazienza e di una carrellata di patches questo gioco può diventare eccellente. Certamente non lo si può etichettare come un semplice gioco di ruolo dato che convergono moltissimi aspetti del First Person Shooter e dei giochi stealth. I combattimenti (a parte qualche potere vampirico particolarmente coreografico) però, sono una parte secondaria , è molto influente invece è la parte dedicata ai dialoghi in cui potremmo giostrarci grazie al nostro retaggio vampirico. Chi è un seduttore potrà usare il proprio aspetto per affascinare i nostri interlocutori per nutrirci da bravi succhiasangue, avere informazioni interessanti o oggetti. Lo stesso effetto (tranne che per il nutrimento) lo si potrà ottenere intimidendo o persuadendo. Oppure a volte alcuni clan vampirici particolari potranno utilizzare le peculiarità della loro personalità. Chi è un Malkavian (un vampiro con turbe psichiche) potrà "contagiare" con la propria demenza il povero interlocutore, oppure un Ventrue (un vampiro aristocratico) potrà ipnotizzarlo. Ma passiamo alla trama, primo vero punto di forza del gioco. Non c'è bisogno di dire chi impersonate dopo che ho nominato tante volte la parola "vampiro". Siete a Los Angeles nel 2004 e siete costretti a servire il Principe-Vampiro che domina la città, dopo essere stati vampirizzati illegalmente e che il vostro "Sire" (così si chiama colui che trasforma un umano in vampiro) è stato giustiziato. Venite mandato ad aiutare vari lacchè (ma anche rivali, a volte) del Principe in giro per i vari quartieri della "Città degli Angeli" , che sono quattro e verranno sbloccati col procedere della trama: l'aerea portuale di Santa Monica, il Centro della Città, Hollywood e infine Chinatown. Man mano che vi guadagnate la fiducia del Principe Lacroix vi rendete conto che ci sono varie fazioni di vampiri:
una è quella del Sabbat, che cede al lato bestiale del Vampiro, poi vi è la Camarilla, quella di cui fate parte, che mira a nascondere l'esistenza dei vampiri ponendo delle leggi; poi vi è la fazione dell'Anarchia, spinta da sentimenti di libertà e odio nei confronti della Camarilla. Infine c'è ua fazione misteriosa, che viene dall'estremo oriente ed è costituita da vampiri di natura diversa dalla controparte occidentale. A incrinare il delicato equilibrio di queste fazioni è il ritrovamento di un sarcofago misterioso in Turchia, che verrà portato a Los Angeles. E saremo noi l'ago della bilancia che ci farà scoprire il contenuto del reperto, cercando di destreggiarsi nelle nostre alleanze all'interno della città. Molto apprezzabile la scelta delle canzoni che sentiremo nei vari club della città, come "Lecher Bitch" dei Genitorturers. Ultima ma non meno interessante caratteristica del gioco è la gran quantità di temi trattati parecchio scomodi(droga, criminalità, omosessualità e altro ancora) e di citazioni . Giusto per dirne qualcuna basta dire che sono nominati politici, attori realmente esistenti. Ma non solo: vi sono molte chicche per gli esperti tra cui:

Il cimitero di Hollywood è protetto da un custode di nome Romero(come il regista di film horror).
Il gestore di un negozio di pornografia sempre a Hollywood si chiama Flynn (Larry Flint vi dice niente?)
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!