martedì 30 marzo 2010

I primi due capitoli della saga di Red Faction

Preannuncio che questa recensione (come quella di Return to Castle Wolfenstein che ho fatto qualche tempo fa) non è il frutto soltanto di uno spirito conservatore per quanto riguarda l'ars videoludica , ma serve come punto di riferimento per la recensione ventura del terzo capitolo, Red Faction Guerrilla. Ammetto che, mea culpa, del primo Red Faction sono riuscito a capire solo a grandi linee la trama dato che ho avuto la non molto felice idea di comprare il titolo in francese. In questo capitolo siamo a Marte e indossiamo i panni, o meglio l'armatura, del minatore Parker, ragazzo ribelle e intraprendente che si trova suo malgrado a partecipare ad una vera e propria ribellione capeggiata dalla cosiddetta Red Faction, un gruppo di ribelli, combattendo contro gli spietati aguzzini che costringono i minatori a lavorare con paghe misere e sforzi innumerevoli. Il buon alter ego sarà quindi costretto a imbracciare armi di vario tipo che vanno da mitragliette, a fucili d'assalto da pistole ai lanciarazzi per ottenere la propria libertà, impedire che lo sfruttatore continui con le sue angherie e indagare su una misteriosa epidemia che colpisce i minatori. A portare ai suoi tempi una particolare innovazione nel campo dei giochi d'azione è l'introduzione del geomod (presente in tutta la serie), una tecnologia messa nel gioco che permette al giocatore di distruggere il terreno di gioco per plasmarlo a suo vantaggio. Se infatti vogliamo scavare un tunnel sarà sufficente sfruttare esplosivi di vario genere per assaltare alle spalle il nostro nemico, o per creare una pratica via di fuga! Il secondo titolo per fortuna ho avuto la possibilità di godermelo (e capirlo!) meglio dato che era parlato in un più comprensibile inglese. Red faction 2 è ambientato 5 anni dopo il primo episodio e impersoniamo Alias, un coraggioso esperto di demolizioni, ex soldato dell'organizzazione militare Earth Defense Force (EDF) che, dopo aver partecipato ad un esperimento scientifico che lo ha reso un super soldato grazie alla nanotecnologia è stato costretto insieme ad uno sparuto gruppo di suoi commilitoni ad unirsi alla Red Faction dopo che Sopot, capo di Alias e della sua squadra li ha costretti a vivere da emarginati in quanto "contaminati" dalla nanotecnologia. Ma presto il protagonista si renderà conto che alcuni membri della sua squadra sono meno buoni di quanto immagina e che a differenza di lui non credono veramente nella fazione rossa... Qui il gameplay va purtroppo detto non è molto innovativo e si ha di fronte un red faction con una grafica migliorata e la possibilità in poche situazioni di guidare veicoli da guerra, e se non ci fosse il buon geomod sarebbe un First person shooter piuttosto banale.
Ma ora passiamo alle chicche. Alcuni elementi del gioco richiamano fortemente alla lotta di classe marxista. Già il fatto che nel primo capitolo impersoniamo un operaio rivoluzionario la dice lunga, aggiungiamo il titolo che richiama al rosso tipico colore associato al comunismo e il gioco è fatto. Nel secondo capitolo della (spero ancora per poco) trilogia vi è anche un fucile d'assalto, tra le armi che è palesemente simile all'AK47, anch'esso spesso simbolo di rivoluzione "rossa". Se (e devo ringraziare mio fratello per questa riflessione) aggiungiamo una somiglianza tra "Marte" e Marx abbiamo fatto bingo!
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Per la recensione del terzo titolo della saga cliccate qui.

domenica 28 marzo 2010

Napoleon: Total War

E finalmente misi le mani sui nuovi episodi della Total War!
Nonostante la mia fervente passione per la serie, devo dire che il mio entusiasmo si è un po' smorzato, ma forse è dovuto anche al fatto che ho atteso troppo a lungo questo gioco e, non potendo più aspettare l'ho pagato senza aspettare che il prezzo si abbassasse.
Tuttavia è troppo presto per giudicare, dato che ho da poco iniziato a giocarci e ancora non ho preso il precedente episodio che forse è più interessante dato che non tratta un periodo così inflazionato come questo.
Il gioco è ambientato - come lascia intendere il titolo - nell'era napoleonica e vi ritroverete a viverla nei panni di Napoleone o dalla parte di una delle nazioni della Coalizione che gli sono andate contro.
La prima grande innovazione che ho potuto notare è che non dovrete avere a che fare con l'infinita quantità di strutture che dovevate costruire nei precedenti capitoli per potere avere un'unità minimamente decente. Un altro punto è la presenza di centri abitati secondari oltre alle capitali delle provincie: questi centri abitati sono molto importanti perchè al loro interno vi sono strutture che fanno la ricchezza culturale, economica e militare della provincia. Questo significa che se vi rifugerete come dei codardi dentro le vostre capitali una volta fuori di esse troverete terra bruciata e un'economia a pezzi e l'impossibilità di reclutare unità scelte.
Altro punto importante è la reintroduzione delle stagioni, che influenzano il gioco negli spostamenti delle vostre truppe, nell'efficacia della polvere da sparo e nel logoramento dei vostri eserciti: non vi sognate di mandare un'armata per 3 mesi in mezzo al deserto o di attaccare la Russia durante l'inverno, già Napoleone c'è cascato una volta!
Per quanto riguarda il livello tattico, da Empire è stata introdotta la battaglia navale e non potrete fare a meno di notare numerose somiglianze con Imperial Glory, sia per le battaglie navali che per la possibilità di presidiare gli edifici nelle battaglie terrestri, anche se il sistema di gioco Total War che ne è alla basa resa invariato e sempre vincente.
La campagna Napoleonica si divide in tre scenari, escluso il tutorial e la battaglia finale di Waterloo. Inizierete con la campagna d'Italia (facilina), quella d'Egitto (mediamente ostica) e quella completa, contro l'ennesima coalizione (veramente tosta!). Inutile dire che le prime due sono quasi un antipasto per la terza, che è il gioco vero e proprio e la versione più completa, dato che oltre agli aspetti economici e militari avrete da gestire anche quelli diplomatici e di gestione del governo.
In fondo siete voi che avete scelto di essere Imperatore, con tutti i pro e i contro...
Ho potuto anche riscontrare la presenza di un non troppo piacevole deja-vu, risalente ai tempi del primo Medieval: tenete buoni i vostri sudditi, specie quando conquistate la capitale di uno stato nemico, altrimenti vi ritroverete nel bel mezzo di una rivolta epica.
In questi casi spunta fuori dal nulla un esercito di rivoltosi che ha tutte le caratteristiche di un esercito regolare della nazione nemica che appoggia e, a volte, è anche molto più potente!
A livello tecnico, manco a dirlo, si vedono numerosi miglioramenti rispetto ai precedenti titoli.
Per ora ho potuto gustare alcune chicche come il suono dei tamburi e i fiati durante le marce, le grida durante la mischia, l'effetto terremoto quando due grandi masse di uomini cozzano l'una contro l'altra, gli uomini che saltano in corsa gli steccati quando si trovano davanti a essi e i cavalli che girano sperduti sul campo di battaglia dopo che i cavalieri su di essi sono stati fatti fuori da una moschettata.
Peccato che durante le battaglie i moschetti è come se sparassero dei proiettili traccianti, il che non permette di sentirsi appieno calati nel realismo della battaglia.

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giovedì 25 marzo 2010

Silent Storm

Mischiate cibernetica, qualche elemento dei giochi di ruolo a turni, l'affascinante periodo della seconda guerra mondiale e una grande varietà di armi. In questo modo avrete come risultato questo divertente e oserei dire ambizioso titolo. Il gioco ci mette nei panni di un agente speciale di cui possiamo scegliere sesso, aspetto fisico nazionalità (giapponese, tedesca e italiana, se vogliamo combattere con l'asse; russa, britannica e statunitense se si vuole combattere con gli alleati) e soprattutto la classe da usare in combattimento, ognuna delle quali ha talenti unici ad esempio il "soldato" è un ruolo che dà il meglio di sè con mitragliatrici pesanti, il "geniere" è paragonabile ad un "ladro" dei giochi di ruolo fantasy essendo particolarmente abile nel posizionare e disinnescare trappole e scassinare ecc. Finita la creazione del personaggio siamo già catapultati nell'azione e ci troviamo nel mezzo della seconda guerra mondiale, precisamente nel 1943 e dopo la prima missione, che consiste in una sorta di tutorial dovremo creare il nostro A-team personalizzato avendo a disposizione un buon numero di agenti speciali abbastanza caratterizzati. Con questa squadra di specialisti dovremo combattere sia l'avversario "di tutti i giorni" ovvero i tedeschi o gli alleati a seconda della fazione scelta e, col procedere della trama bisognerà affrontare una misteriosa organizzazione dotata di armamenti avveniristici quali potenti armi ad energia e letali armature da combattimento chiamate Panzerklein capaci di dare una gran dose di potenza extra ai vostri nemici come ai vostri soldati. Ma come funziona questo cocktail di fantascienza e storia? Silent Storm fonde gioco di ruolo e strategia a turni per i momenti di azione e nei (pochi) momenti di quiete si gioca in tempo reale. I soldati fanno esperienza e progrediscono tramite un classico sistema "ad albero" in cui il giocatore può scegliere tra varie abilità che vanno all'abilità con fucili di precisione alla riduzione del consumo di "punti azione" necessari a spostamenti e attacchi. Purtroppo la perfezione non è raggiungibile si sa, infatti Silent Storm ha qualche difetto. La colonna sonora, per quanto carina, dopo un po' tende a stancare e in alcune situazioni, i comandi possono risultare un po' troppo macchinosi per il giocatore standard.
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venerdì 19 marzo 2010

Brothers in arms: Hell's Highway

Rassegnatevi all'idea che vi sorbirete almeno un altro gioco d'azione spara spara fra le recensioni perchè - udite udite - mi sono fatto il computer nuovo e posso permettermi qualche gioco un po' più moderno di Pacman senza il rischio di vederlo muoversi a scattoni. Mi ero quasi dimenticato che con un pc decente le immagini del gioco si muovessero come nel mondo vero invece che a singhiozzo.
Comunque, è abbastanza grossolano definire questo gioco come un semplice FPS.
Si, volendo potete assaltare i nazi a testa bassa e con l'm60 spianata. Ma vi risulterà più difficile uscirne vivi e fra l'altro l'm60 non la troverete per evitare anacronismi.
Come nei precedenti episodi, qui dovrete aguzzare l'ingegno oltrechè la mira, dovrete elaborare manovre di fiancheggiamento e avere dei compagni alle spalle che vi offrano una buona copertura quando sarete nei guai.
Per fortuna i creatori del gioco hanno chiuso un occhio sull'ultimo baluardo di realismo che poteva avere questo gioco: le munizioni limitate.
Sennò probabilmente vi sareste trovati ad avere le vostre squadre di supporto a secco dopo i primi 5 minuti di missione, dato che non lesinano nelle munizioni sparate.
La novità di questo gioco, dopo un secondo episodio quasi totalmente privo di innovazioni rispetto al primo, è che potrete fare affidamento a elementi del terreno che vi offriranno una copertura durante le sparatorie; ma occhio, va bene ripararsi dietro a un sasso o un muretto, ma non fate l'errore di mettervi dietro a un riparo in legno, dato che verrà facilmente bucherellato fino a diventare utile quanto un mazzo di fiori.
Siamo durante la grande Operazione Market Garden e il 101simo si prepara a prenderle, considerando che il vecchio Monty, ideatore di questa spettacolare quanto stupida operazione, credeva di trovarsi di fronte a un esercito tedesco allo sbando.
Dopo la parentesi del secondo episodio con il sergente Hartsock, qui riprenderete a impersonare il sempre più depresso sergente Baker, alle prese coi fantasmi del passato e una marea di rimorsi.
L'elemento caratterizzante di questo episodio è senz'altro la trama, un misto di flashback, colpi di scena, e momenti di paura da rasentare l'horror grazie alla testolina di Baker che, provata da traumi e sensi di colpa, lo porterà ad avere allucinazioni che potrete gustare durante il gioco.
Non solo la trama permette di scavare sempre più a fondo nel passato del ciclotimico protagonista e di vederlo alle prese con una truppa sempre più imbarazzata nel vederlo così scosso, ma arriveremo anche a ripescare elementi rimasti irrisolti nel primo episodio.
Se proprio devo dire una cosa cattiva sul gioco è il fatto che, come molti altri giochi ormai, permette al giocatore di rmettirsi in salute ogni volta che trova un riparo, rendendo le missioni infinitamente più facili rispetto agli episodi precedenti.
Ovviamente potete sbloccare la modalità realistica di gioco, con tutte queste facilitazioni annulate.
Ma chi ha il coraggio di farla dopo averla vinta in versione facile?
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venerdì 12 marzo 2010

Return To Castle Wolfenstein


Penso abbiate capito che il blog tratta di tutta l'arte videoludica, e parla anche di titoli non proprio recenti. Tuttavia la recensione di questo gioco attempato non è solo vincolata all'ormai lontano Novembre 2001, ma anche ad una data un pochino più recente, Agosto 2009, ovvero il mese è uscito l'attesissimo seguito, che recensirò prima o poi. Il gioco come ho detto prima ha la bellezza di 9 anni e dubito, purtroppo, che un giocatore della nuova generazione, viziato da grafiche ultratecnologiche e gameplay più elastici, possa apprezzare questo titolo come davvero merita. Per poterlo fare (e questo non vale solo per RTCW) bisognerebbe fare tabula rasa di tutti questi "progressi" dell'arte, dato che agli occhi di un giocatore del 2010 la veste grafica gi risulterebbe molto datata e il gameplay superato e dai comandi rigidi. Ciò che fa la differenza è altro. Si parte dall'arsenale bellico di cui l'agente Blazkowitcz potrà disporre: esso mescola qualche armetta autentica del periodo della seconda guerra mondiale (tra cui l'ormai onnipresente MP40) e armi sperimentali come il fucile Tesla. Ognuna di queste armi è unica e (parlando esclusivamente delle armi storiche!) abbastanza realistica. Il secondo punto di forza del gioco si trova nella trama. Qualche lettore, fan della saga di Indiana Jones converrà sul fatto che l'ideologia nazista accostata alla ricerca dell'occulto è un cocktail interessante e coinvolgente e i creatori di "Wolfy" ne erano a coscienza. Infatti qui l'occulto aleggia dato che il nostro alter ego, la spia Blazkowitcz viaggia in un Europa in cui aleggia il mistero, rappresentato da fantasmi guerrieri non morti e mostri "ogm" creati dagli spietati nazisti. E i cari germanici fan tutto per rendere la vita difficile al giocatore pur di proteggere un ambizioso e folle progetto che può rendere la Germania la nazione vincitrice del secondo conflitto mondiale...

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