giovedì 26 marzo 2009

Medieval II

Sono ancora fiero di aver rimandato l'aquisto del gioco per aspettare un PC migliore e per poter prendere la versione con tutti gli aggiornamenti. Questo sequel di Medieval si affida al suo più recente predecessore per lo stile di gioco, ovvero Rome. La mappa strategica è ereditata da quest'ultimo, con provincie e capitali da far progredire in termini di strutture e popolazione, come la mappa tattica, che segue le orme di Rome.
Alcune importanti differenze rispetto al precedente.
Esistono due tipi di capitali nelle vostre provincie: castelli e città.
I primi non si possono gestire dal punto di vista economico, hanno una quota di imposte fissa, mentre le città possono essere tassate in maniera bassa normale o pesante a seconda delle vostre esigenze; i castelli ospitano le unità più tipicamente feudali, mentre le città possono reclutare milizie che, comunque non vanno per niente sottovalutate, specie nelle ultime fasi del gioco; in più nelle città troverete il centro del vostro impero economico, potranno ospitare le gilde e tutte le costruzioni avanzate che troverete molto utili man mano che avvicinate al periodo rinascimentale.
Le unità non militari non comprenderanno solo diplomatici, spie e assassini: qui avrete sotto i vostri ordini anche uomini di chiesa, mercanti coi quali sfruttare materie prime e rilevare mercanti nemici e anche le vostre figlie primogenite, da mandare a creare trattati con altre potenze, sposare signori per cementificare i legami e corrompere i generali avversari con le loro grazie.
Potrete costruire delle gilde di mercanti, ladri, assassini e di altro genere che vi garantiranno di avere unità speciali o più potenti rispetto alle altre.
Altro punto è che non vi è una sola cultura con unità e missioni speciali (come in Rome nel caso dell'Impero Romano), qui ogni fazione dovrà compiere delle missioni per conto dei concilii dei nobili, come dovrà compierle per le varie gilde all'interno del regno.
Ultima coaratteristica non è proprio nuova, la trovavate anche nel primo Medieval e sono sicuro che ne avrete sentito la mancanza durante Rome: il Papa!
L'amabile chierico vi farà tornare la mente - sempre che ci abbiate giocato - ai vecchi tempi in cui lo Stato della Chiesa vi rompeva in continuazione con continue richieste al vostro regno, impedendovi di schiacciare staterelli che vi hanno dato grane e, ovviamente, imponendo a voi e tutti i regni cristiani a fare le sue stupide Crociate. In compenso, se vi gestite bene l'allegro pretacchione potreste anche riceverne dei vantaggi, volendo potreste eleggere papa uno dei vostri stessi cardinali, magari oliando per bene gli altri candidati per ottenerne i voti.
Nel complesso è un gioco molto interessante e altamente rigiocabile. Se con Rome le varie licenze poetiche che si sono concessi mi hanno dato meno fastidio perchè è un periodo storico che mi entusiasma meno, devo dire che i numerosi anacronismi che emergono in questo mi hanno dato più fastidio, dato che sono discretamente ferrato in questo periodo. Ma resta ugualmente un gran gioco!

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mercoledì 25 marzo 2009

Timeshift

Ci troviamo di fronte ad un titolo con un idea di fondo non molto originale, ma comunque interessante che è la possibilità di viaggiare nel tempo. A prima vista qualcuno penserebbe che questo gioco altro non è che una riedizione in chiave futuristica della Trilogia di Prince of Persia conclusa con PoP I Due Troni. Tuttavia si sbaglierebbe dato che adesso il giocatore non dovrà impersonare un'atletica macchina da guerra come il Principe di Persia, ma un semplice fisico che suo malgrado deve combattere. Ma passiamo alla trama vera e propria: un geniale scienziato, Krone, ha lavorato per l'esercito statunitense per costruire una tuta all'avanguardia che permette al suo portatore di sfruttare il tempo a suo piacimento. A fine progetto lo scienziato è stato ricompensato, ma secondo quest'ultimo in modo irrisorio. Furioso per questo sfruttamento da parte dei "potenti", decide di utilizzare la sua invenzione per i suoi scopi: trasportarsi in una realtà parallela e diventare un uomo potente e rispettato, in poche parole, viaggia nel tempo e nello spazio per prendere con la forza il potere in un passato e in una realtà alternativi ( verremo presto a sapere che siamo tornati nel 1940 dai giorni nostri) diventando a conti fatti, un dittatore. Ed è qui che entra in gioco il protagonista del gioco, un collega di Krone che ha intuito le idee folli di quest ultimo e decide di fermarlo, indossando anche lui una tuta che gli permette di riavvolgere, rallentare e fermare il tempo. Molte armi strizzano l'occhio ad altri FPS, in particolar modo Half Life, molti di voi ritroveranno la balestra con dardi esplosivi, il mitragliatore/lancia granate, il fucile a pompa a doppia funzione, il lanciarazzi telecomandati, il fucile ad energia e il cannone al plasma. L'unica arma originale aggiunta dagli sviluppatori è l'Hellfire, una mitraglietta con proiettili incendiari con un mini-lanciafiamme incorporato, che nonostante sia l'unica, è una chicca deliziosa! Tuttavia essendo un gioco della Sierra non poteva non permettersi ad un autocelebrazione di half life 1 e 2: oltre a gran parte dell'arsenale bellico con cui avremo a che fare con altre citazioni spudorate: il protagonista, un fisico, muto per tutto il gioco e di cui non si vede il volto manco a pagarlo oro (non vi ricorda Gordon Freeman?) e l'antagonista, scienziato iper ambizioso che si auto-proclama dittatore (vedi Wallace Breen). Almeno, a differenza di Half Life 2 il doppiaggio è più che decente.
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lunedì 16 marzo 2009

Rome: Total War

Continuiamo col ripasso delle vecchie serie Total War.
Con Rome vi ritrovate nell'era classica, a vedervela con romani, greci, cartaginesi, parti, barbari e compagnia bella.
Con Rome: Total War la serie subisce una svolta nello stile di gioco. La mappa strategica non si limita più a una serie di province sulle quali basta spostare un gruppo di armate che attaccheranno nel turno seguente, ora dovrete gestire il movimento delle vostre unità all'interno di ciascuna provincia. Le vostre unità hanno una data quantità di punti movimento che potete spendere fino a quando non finiscono, per ricaricarsi nel turno successivo. Il gioco cambia completamente in questo modo, non dovrete combattere sempre nella stessa mappa tattica, ogni punto della mappa strategica avrà una sua ambientazione e questo vi permette anche di nascondere le vostre forze in una zona boscosa per poi piombare addosso al nemico con un'imboscata; un'altra conseguenza di questo cambiamento è quella che le forze ribelli in questo sono molto meno fastidiose: se nei giochi precedenti ogni rivolta metteva in pericolo il governo della provincia ora i ribelli sono più che altro dei briganti, che si stanziano lungo delle zone strategiche all'interno delle vostre province a al massimo vi intralciano le rotte commerciali (forse solo ai livelli di difficoltà più alti si azzardano ad attaccare le vostre città e solo quando sono in superiorità numerica schiacciante). L'unico punto che resta ancora scoperto in questo stile strategico è che è forse un po' riduttivo il fatto che il controllo delle provincie lo ottenete conquistandone semplicemente la capitale.
Un'altra innovazione è il sistema economico, qui il progredire delle unità non avviene semplicemente grazie alle strutture, ma anche grazie alla popolazione, che ai livelli più elevati sblocca le strutture avanzate.
L'ultimo cambiamento degno di nota è il modo in cui potete trattare i vinti.
Gli ostaggi da riscattare non ci sono più, ma potete scegliere il destino delle città che conquistate, se sterminarne metà della popolazione, se schiavizzarla o se occuparle.
Il gioco ha alcuni buoni seguiti, specie Barbarian Invasion, anche Alexander è carino, ma francamente si trovano su internet molti mod migliori di quest'ultimo.
Concentrandomi su Barbarian è un seguito interessante sul declino dell'Impero Romano e, per fortuna, non dovrete vincerlo prima coi romani per sbloccare le altre fazioni, dato che giocarlo coi romani, specie con l'Impero d'Occidente, è particolarmente frustrante, se volete una partita più tranquilla e piacevole, provate con l'Impero d'Oriente o, meglio ancora, coi barbari!
L'innovazione più particolare del gioco è la possibilità di mobilitare l'orda con le fazioni nomadi, creerete dal nulla una mega armata che saccheggia qua e là e, una volta stanziata in un nuovo territorio, si rimpicciolirà perchè i guerrieri hanno messo la testa a posto e si sono stabiliti in una nuova casa; altro nuovo aspetto è l'introduzione della caratteristica della fedeltà dei vostri generali, più uno è infedele, maggiori sono le possibilità che si metta in proprio e crei una fazione sua (per qualche ingiusto motivo questa caratteristica è valida solo per i romani, come se non avessero già un casino di problemi per conto loro!).
Un consiglio.
Raramente serve schiavizzare la popolazione di una città, aumenta vertiginosamente le popolazioni delle vostre province e, anche se le fa avanzare più velocemente, le rende più difficili da gestire. Meglio sterminare (specie a Barbarian Invasion, dove quasi tutte le città sono già delle megalopoli) o, se è una città di quattro gatti, occupare.
L'unica vera pecca del gioco è che è troppo incentrato su Roma, dandole missioni speciali, unità ed eventi unici. Del resto si chiama ROME...

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giovedì 5 marzo 2009

Musica d'autore



Il videogioco è un arte. Il fotomontaggio, anche. Il secondo, come si vede, non lo so fare. So che è già stato ampliamente detto nell'introduzione del Blog, ma lo ripeto senza problemi. A partecipare allo sviluppo di alcuni giochi sono stati ingaggiati dei compositori all'altezza di questo nome. Di esempi ce ne sono tanti, partiamo con il compositore una serie di videogiochi che ha stregato molti videogiocoatori. Sto parlando della serie di Hitman e , la cui musica è stata interamente composta dal danese Jesper Kyd. I risultati sono ottimi: la musica accompagna l'esperienza del giocatore e calza a pennello con l'atmosfera di gioco, tetra e piena di suspence. Senza contare il fatto che Jesper Kyd ha anche avuto l'ottima idea di mettere brani di musica classica all'interno della serie, basti pensare all'Ave Maria di Schubert, che accompagna il menu di Hitman Blood Money. E parlando di musica nei videogiochi, non si può che parlare di Frank Klepacki, compositore della Westwood e in particolare della mitica serie di Command & Conquer. Questo autore ha deliziato le nostre orecchie con pezzi quali la general theme di Command & Conquer Red alert, la Hell March, che ha opportunamente remixato nel corso degli anni. E per finire parlerei di un gruppo metal che ha dato grinta Prince of Persia The sands of Time e Prince Of Persia Warrior Within, ovvero i Godsmack che col loro sound hanno accompagnato uno dei protagonisti di videogiochi più carismatici degli ultimi anni, ovvero il Principe di Persia.

domenica 1 marzo 2009

È Diablo III? no.

Non è il trailer Diablo III. Purtroppo. Questo sarebbe il trailer del nuovo gioco della EA: Dante's Inferno. E non è un modo di dire.
Voi SIETE Dante. E, siccome avete già sentito la puzza di americanata, siete un Dante cavaliere che scende nell'Inferno per salvare la sua amata da Satana, che l'ha corrotta e portata all'inferno. Chi è l'amata? Avanti, tirate fuori il Bignami dal solaio se proprio avete rimosso tutto o non vi aspettate una simile sfacciataggine nella riproduzione di un'opera letteraria. L'amata è Beatrice! Sì, signori miei, questa è la storia e questo il visionario progetto alla base di questo videogioco. Se vi piace l'avventura spaccona di un videogame avete trovato il Paradiso con questo gioco (tanto per rimanere in tema) e non dovete fare altro che aspettarne l'uscita. Se siete meno elastici in tema di fedeltà letteraria meglio evitarlo come il colera.