domenica 15 aprile 2012

Mount & Blade: With fire and Sword

Questo è il primo gioco che ho provato della serie Mount & Blade, la serie di giochi altamente moddabili creata da una geniale coppia turca.
In questa serie, come prevedibile dal titolo, siete un guerriero che combatterà a dorso del proprio destriero i propri nemici su campi di battaglia nelle varie ambientazioni della serie. E meglio, potrete stare pure a piedi, ma personalmente non mi stacco dal cavallo fino a quando non lo abbattono durante la pugna.
La serie trae forte ispirazione a mio parere da giochi come Sid Meier's Pirates! e Sea Dogs, che univano in solo gioco caratteristiche arcade, tattiche, di gioco di ruolo e avventura grafica. Il tutto senza motori grafici pretenziosi e inutilmente spettacolari, ma che offrono quel minimo sindacale per poter manovrare i personaggi all'interno di mondi vasti e avventurosi.
Come nel vecchio Sea Dogs, guiderete il vostro alterego per le città della mappa, recluterete combattenti e ufficiali, parlerete coi cittadini per ottenere missioni e andare avanti con la trama, per poi scorrazzare in lungo e in largo per la mappa strategica.
A differenza di Sea Dogs, dove la mischia veniva rappresentata schematicamente da un duello simbolico fra i due capitani delle navi in abbordaggio, in questa serie la parte del combattimento è più realistica: voi guidate un intero esercito contro il nemico, potete combattere personalmente e comandare i vostri uomini.
La parte tattica è abbastanza intuitiva ed esauriente, mediante dei tasti a scelta rapida potrete ordinare alle vostre formazioni un serie di manovre che comprendono fra le più importanti il tipo dell'arma da scegliere, l'ordine del fuoco, la carica e la ripiegata.
Volendo potreste mandare i vostri uomini al massacro, rimandendo comodamente dietro le linee, ma non è una grande idea. Un vero comandante deve anche fare il lavoro sporco, quindi vi toccherà fare pratica con le armi, distribuire saggiamente i vostri punti esperienza nel combattimento oltre che nella gestione della vostra brigata, magari comprare qualche arma degna di un condottiero d'altro rango quale siete.
Questo è Mount & Blade, un compendio ben riuscito di vari generi.
Veniamo all'ambientazione seicentesca di With Fire and Sword.Il gioco è basato sull'omonimo romanzo del premio Nobel Henry Sienkiewicz, nel bel mezzo della rivolta ucraina contro la Polonia.
Potete seguire la storyline di tre grandi potenze in campo: Polonia, Russia e Ucraina.
Oppure fregarvene e giocare per il puro divertimento e senso di soddisfazione nel guidare un esercito che terrorizzi l'est europeo, e a quel punto potreste anche mettervi al servizio di Svezia o Crimea, che non hanno parte nella trama del gioco in quanto viste come fazioni esterne, ma hanno i loro rispettabili eserciti, capaci di dare filo da torcere agli altri contendenti. Specialmente la Svezia, che sa il fatto suo.
Il gioco fa affidamento su una ricca ricostruzione storica, che menziona importanti personaggi storici, concedendosi quale licenza poetica per romanzarli.
Ho sentito che il gioco, per quanto ricco e dettagliato, non è neanche il più completo della serie.
Qualche pecca c'è, ma si può risolvere con varie patch scaricabili, anche se non ne ho scaricate troppe per evitare problemi che potessero danneggiare il gioco e mettere a rischio le mie preziose partite avanzate (ah c'è anche la possibilità di giocare senza salvataggi, cosa che non ho avuto coraggio di fare). Ad esempio il numero di uomini visualizzabili in battaglia è limitato a un tot, questo significa che le battaglie più vaste saranno divise in più ondate, con grossi gruppi di uomini che appaiono dal nulla nel bel mezzo del combattimento; altro punto fastidioso è che il vostro esercito perde un numero variabile di uomini quando venite messo fuori combattimento, cosa che non succede quando crepa il comandante nemico.
Altra magagna è l'intelligenza artificiale dei vostri compagni, discreta nelle battaglie, ridicola sulla mappa strategica. Quando sarete maresciallo vi renderete conto quanto sono stupidi i seguaci del vostro esercito, che ogni tanto abbandonano la vostra colonna per andare a caccia di farfalle, rendendo così nulla la superiorità numerica della vostra armata.
Il punto più frustrante del gioco è quando vi ritrovate a detronizzare un capofazione per metterne un altro che vi ha chiesto di sostituirlo. In quel caso dovrete convincere la maggiorparte dei nobili del regno ad appoggiare il nuovo arrivato. Peccato che questa parte del gioco, per quanto potenzialmente sfiziosa, sia stata ridotta a un semplice dialogo da fare con ciascun nobilo, in cui ogni volta dovrete scegliere una frase per convincerlo magicamente, le cui modalità mi sembrano ancora alquanto aleatorie.
Ma a parte questo il gioco sa il fatto suo.
Nel peggiore dei casi bypassate questa fase di gioco, che almeno fin'ora ho trovato obbligatoria solo nella storyline dei Cosacchi
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!