mercoledì 23 novembre 2011

Metro 2033

Amo essere ripetitivo, in alcuni argomenti. Uno di questi è il mio amore per i videogiochi Made in Russia, o anche quelli fatti nell'Europa orientale in generale. Metro 2033 è un riadattamento videoludico del romanzo di fantascienza omonimo, scritto dal giornalista Dmitry Glukhovsky. Il gioco è ambientato, logicamente nell'anno 2033, per la maggior parte della vicenda, nella metropolitana moscovita, dato che una guerra nucleare (avvenuta 20 anni prima dello svoglimento gioco) ha reso invivibile a suon di testate atomiche la capitale russa e ha costretto lo scarso numero di sopravvissuti a rifugiarsi sotto la città. Il nostro alter ego, Artyom, è un ragazzo ventenne, figlio adottivo di Alex, capo di una delle stazioni/villaggi della tentacolare metropolitana. Un giorno vi arriva Hunter, amico di Alex per portare notizie, purtroppo inquietanti, dalle altre stazioni moscovite. Pare che i Tetri (una misteriosa razza di mutanti senzienti) stiano spazzando via sempre più stazioni umane e presto potrebbe essere il turno della casa di Artyom. Hunter è un ranger, ovvero un commando che fa parte di una sorta di ordine di guardiani volti a proteggere i sopravvissuti alla catastrofe dalle minacce nate da essa, che siano i mostruosi mutanti o persino umani che si sono dati alla macchia. Di nascosto al padre adottivo Artyom lascia la stazione natia per cercare di avvertire la lontana stazione di Polis dell'imminente tragedia. Non voglio spoilerare più di questo quindi passerò ad altri dettagli del gioco. Mi sono dimenticato di precisare che Metro nasce da alcune stessi menti che hanno generato un'altro fiore all'occhiello dell'industria videoludica orientale. Sto parlando di S.T.A.L.K.E.R. , e pure questo titolo era un pregevole (anche se non molto fedele) riadattamento di un romanzo, ovvero "Picnic sul ciglio della strada" . Già qui si capisce che si è in buone mani (verrà fatta anche una minicitazione del titolo in questione all'interno del gioco) e la qualità non manca. Nonostante l'atmosfera apocalittica sia in comune col "predecessore" Metro 2033 è comunque diverso, sia in aspetti vari della trama, sia per quanto riguarda il gameplay. Mentre in Stalker si aveva una più libera esperienza di gioco dato che la mappa era unica e i luoghi erano ri-visitabili a piacimento qui il corso del gioco è più simile ad altri FPS ,giochi à la Call Of Duty per intenderci, dove a parte alcune piccole scelte di gioco (farsi avanti a suon di piombo o evitando il più possibile l'attenzione del nemico utilizzando un atteggiamento tipicamente stealth) il viaggio che deve fare il povero Artyom è piuttosto lineare e le ambientazioni sono divise in livelli di gioco seguendo un certo ordine prestabilito. Avrei preferito che si optasse per una gestione più tendente al "free roaming", però rimane comunque una scelta per certi versi gradevole, dato che in questo modo il gioco da più un'impressione "cinematografica". Sono invece molto interessanti alcuni spunti che sono stati introdotti nel gioco:








  1. Il commercio nelle (purtroppo poche, a mio parere) stazioni visitabili durante questa cupa Odissea. Non esistono le monete convenzionali ed esse sono sostituite dalle munizioni militari, di ottima qualità se le si vuole utilizzare (logicamente) per sparare ma molto rare (e quindi da risparmiare con cura) risalenti al periodo precedente alla catastrofe. Questo (o almeno penso) è per evidenziare quanto sia essenziale l'utilizzo delle armi per sopravvivere in questo nuovo mondo. Per evitare malintesi, tali munizioni non sono certo le uniche presenti nel gioco! Il giocatore utilizza anche pugnali di lancio e persino una sorta di balestra (che purtroppo, Mea culpa, non sono riuscito ad utilizzare perchè sono troppo affezionato ai fucili a pompa e non me la sentivo di sostituirli) I fucili a pompa utilizzano cartucce calibro 12, i revolever utilizzano proiettili specifici e non mancheranno altri tipi di armi, ovvero le armi elettromagnetiche pneumatiche, che sparano ad aria compressa, e vanno caricate manualmente per amplificarne la potenza. Invece le munizioni più comuni, per fucili d'assalto e mitra, che verranno usate per la maggior parte del tempo sono quelle "sporche", ovvero quelle fabbricate "in casa" e non in fabbrica, con materiali di scarto.




  2. La gestione della luce. Essendo che in superficie ci si va poco spesso date le radiazioni dell'area, l'azione si svolge principalmente nell'oscurità del sottosuolo. Qui l'illuminazione è molto scarsa, se non del tutto assente e sarà vitale utilizzare con equilibrio sia il visore nortturno, sia la torcia "d'ordinanza". Dico con equilibrio perchè l'intelligenza artificiale è abbastanza evoluta e spesso verremo individuati perchè facciamo troppa luce. Artyom è infatti dotato di un caricatore speciale che servirà per regolare la quantità di luce emessa dalla torcia e per caricare regolarmente la batteria elettrica del visore.




  3. Le radiazioni. Come ho ripetutamente detto non è salubre girare per Mosca, e il nostra alter ego dovrà utilizzare le maschere antigas, facendo attenzione ad un dettaglio non molto simpatico ma realistico: i filtri della maschera non sono eterni ma vanno cambiati regolarmente e quindi spesso bisognerà far durare il minor tempo possibile queste scampagnate all'esterno, cercando magari dei filtri di ricambio. La maschera è inoltre fragile, infatti sia mutanti che banditi e guardie nemiche possono danneggiarla e son dolori perchè ne risente sia la visuale ma anche il fatto che essendo bucata, una maschera antigas perde TOTALMENTE la sua utilità! Personalmente più di una volta ho dovuto, in preda al panico cercare disperatamente una maschera di ricambio mentre ero all'aria aperta!


  4. Ottimo anche il comparto musicale. Con brani d'atmosfera che variano da pezzi malinconici a più briosi e che aiutano molto ad immedesimarsi, ci si può ritenere egregiamente soddisfatti.




In conclusione spero che la recensione sia piaciuta e vi abbia invogliato a giocare a questo titolo.




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