giovedì 12 novembre 2009

Brother in arms

Brothers in Arms e ralativi seguiti si pongono come qualcosa ben al di sopra di un semplice spara spara ambientato nella Seconda Guerra Mondiale in mercato.
In questa serie non basta gettarsi col mitra spianato, lanciando granate, saltellando come scemi e buttando giù qualche nazi col corpo a corpo per fare il figo.
Siete liberi di farlo. Ma è improbabile che questa strategia paghi, perfino durante le prime missioni. Scordatevi le eroiche azioni di Call of Duty o Medal Of Honour, se volete ammazzare 500 tedeschi da soli, avete sbagliato gioco; avete sbagliato gioco anche se avete la pretesa di portare sia mitra che fucile da cecchino nello stesso inventario.
In questo gioco la guerra è guerra, signorinelle, non una partita di Unreal con una parvenza di riproduzione storica!
I giochi della serie, con un alternarsi di protagonisti fra il caporale Baker e il caporale Hartsock, rappresentano le peripezie dei soldati della 101ma aviotrasportata.
Per ora sono stati rappresentati gli scenari del lancio durante il D-Day e quello dell'operazione Market Garden.
La grandiosa innovazione del gioco consiste in un sistema di controllo che permette di dare ordini ai propri soldati dalla stessa schermata di combattimento. E i comandi stavolta non si limitano alla semplice avanzata o ritirata, ma permettono di dire ai soldati dove andare di preciso, dicendo addirittura a chi sparare o meglio, verso chi sparare.
In questo gioco non si mira solo per colpire il nemico, i nemici sono molto bravi a mettersi al riparo e quando il nemico si ripara dietro una protezione è abbastanza difficile colpirlo col sistema di puntamento realisticamente traballante del gioco. Per ovviare questo inconveniente si ricorre al cosiddetto fuoco di soppressione, si spara verso il nemico, costringendolo a mettere la testa al riparo, facendo avanzare l'altra squadra che cerca di aggirare la postazione nemica e mandarla nel regno dei più. Vi ritroverete a comandare una o più squadre, ciascuna col suo ambito di specializzazione e dovrete sfruttarle, cercando di non perderle, dato che le rimpiangerete altrimenti.
Grazie a questo stile di combattimento innovativo credo che questo gioco riproduca in maniera davvero completa la ferocia di una guerra moderna. Non è soft e pieno di licenze poetiche come un Call Of Duty, un Medal of Honour o un Hidden n' Dangerous, ma neanche troppo distaccato e concentrato sul lato tattico o strategico come un Close Combat o uno Steel Panthers.
Qui c'è la guerra ed è riprodotta davvero bene, grazie anche a una ricostruzione che in uno spara spara è rara.
Altra cosa che salta all'occhio nel confronto con gli altri del suo genere è che qui il gioco non rappresenta dei combattimenti particolarmente duri in momenti distinti nel corso di tutta la guerra come, per esempio, in Call of Duty; in questo gioco viene rappresentata la guerra ora per ora, il tutto in un lasso di tempo brevissimo, massimo qualche settimana e non qualche mese. Il che ti dà una vaga idea della quantità di stress psicologico subito da quei soldati, facendotici addirittura immedesimare e a volte dispiacere per un commilitone morto. E questo non mi è mai successo con gli altri giochi, non perchè visivamente meno forti, ma perchè solo questo gioco riesce a darti un'idea palpabile di una situazione simile, dato il suo realismo!



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