venerdì 25 giugno 2010

Ubersoldier


Era il 2006 quando mi sono procurato questo gioco, in Germania. Purtroppo in tedesco. Ma per me averlo era un must dato che seguiva (o meglio, pedinava) il mix di Sovrannaturale e Seconda guerra mondiale che nella mia esperienza videoludica aveva reso Return to Castle Wolfenstein un titolo così avvincente. Della trama, dato il teutonico idioma, ho capito soltanto i punti principali dell'intreccio, che comunque non necessita di una laurea in tedesco per essere compresa. Siamo in un anno non precisato del conflitto mondiale e ci troviamo a bordo di un autocarro tedesco nei panni di un militare tedesco, Karl Stolz (si, siamo tedeschi! E forse Ubersoldier è il primo FPS sulla seconda guerra mondiale a permetterci di indossare i panni di un soldato non inglese americano o russo!) e siamo in viaggio verso il fronte. Ad un certo punto subiamo un imboscata da parte della resistenza tedesca e il veicolo viene distrutto. E dopo poco tempo anche il buon Karl soccombe senza vita. Qualcuno però ha piani diversi per il nostro alter ego, che viene portato in fretta e furia in un laboratorio dei nazisti. Il motivo? Sottoporre il corpo senza vita di Karl ad un esperimento per riportare in vita un cadavere e renderlo ciecamente fedele ad un capo, mediante una sorta di imprinting: la "cavia" diventa leale alla prima persona che vede coi suoi occhi da "rinato". E i tedeschi ci riescono, e anche in grande stile! Solo che la struttura viene presa di mira da una partigiana tedesca che entra nel laboratorio e entra nel campo visivo di Stolz, diventando una sorta di leader per l'eroe. Da questo incipit controlleremo un Karl che in seguito alla risurrezione è riuscito a guadagnare dei poteri incredibili, come creare una barriera di energia che gli permette di farsi scudo dai proiettili nemici (dettaglio poi ripreso, paradossalmente, dal "mentore" di Ubersoldier, ovvero il nuovo capitolo della saga di Wolfenstein) e se usato col giusto tempismo tali colpi possono essere persino rispediti al mittente! Inutile dire che il buon eroe dovrà combattere contro nemici che vanno da soldati armati alla bell'è meglio e cavie umane da laboratorio a soldati delle divisioni speciali naziste armati fino ai denti... A livello tecnico il gioco è purtroppo mediocre, la grafica all'epoca non è stata apprezzata e in alcuni frangenti si vede in modo troppo evidente l'eredità di Wolfenstein, tirata a lucido si, ma senza particolare impegno nel portare qualcosa di davvero nuovo. Pregevole la colonna sonora che dà al giocatore un po di sano metal, genere musicale che nei videogiochi (anche se ambientati in epoche in cui il metal non c'entra NULLA) fa sempre la sua porca figura.
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