giovedì 25 settembre 2008

Prince of Persia: le Sabbie del Tempo.

Il primo capitolo della riedizione delle avventure del principe di Persia.
Protagonista che non ha nome ed è definito solo principe di Persia, espediente adottato probabilmente in modo che il giocatore ci si possa identificare.
Lo stile di gioco è ereditato da Tomb Raider, ma ci sono due grandi differenze, escludendo l’ambientazione e la mitica camminata sui muri. La prima grande differenza consiste nel combattimento all’arma bianca, introducendo una serie di combo per fare a fette i nemici.
La seconda è costituita dalle sabbie del tempo, che permettono al principe di usare altre mosse speciali, rallentare il tempo e riavvolgere il gioco prima del momento in cui muore.
L’intera saga è fondata per l’appunto su queste mitiche sabbie del tempo, sabbie che vengono sprigionate proprio in questo primo capitolo.
Il principe è ancora un semplice adolescente che però, invece di andare per pornazzi e su msn sa camminare sui muri. L’inesperto e ingenuo ragazzo, dopo la sua prima battaglia al seguito del padre, viene convinto dal gran visir a sprigionare le Sabbie del Tempo.
Causando così il finimondo.
Da questo momento l’intero palazzo dove è avvenuto il fatto verrà infestato da quelli che una volta erano i servitori del padre e del suo alleato, tramutati in mostri di sabbia assetati di sangue.
Solo il principe rimane a risolvere tutto questo.
Insieme a Farah, la giovane figlia del suo nemico fatta prigioniera in battaglia e ridotta schiava.
Fra i due nascerà un rapporto di amore odio (lei lo accusa di aver attaccato il suo popolo e di aver ascoltato il perfido visir) che però dovrà portare alla collaborazione per uscire vivi da questa grande avventura.
Il principe dovrà combattere duramente e risolvere alcuni enigmi per uscire vivo dal palazzo, il tutto facendo il possibile per difendere Farah.
Un gioco avvincente e ben fatto, con ambientazioni e musica dal gusto arabesco ottimamente gestite e uno stile di gioco fluido e appassionante. A differenza dei primi Tomb Raider, oltretutto, non risente altrettanto spesso di quel fastidioso difetto delle telecamere in continuo movimento e non sempre posizionate in maniera da aiutare il giocatore nei combattimenti e nell’esplorare i livelli.
Nel gioco, oltretutto il principe non è completamente solo, ma deve combattere insieme alla sua compagna e fare di tutto per salvarla quando si caccia nei guai.
Interessantissimo come sempre lo spunto dei viaggi nel tempo, che portano paradossi cambiamenti repentini del presente del futuro e rendono più avvincente e intricata l’avventura.
Quando vinsi il gioco rimasi amareggiato dal finale, ma è tutto collegato ai seguenti capitoli.
La verità è che non si può giocare a questo gioco senza provare in seguito anche gli altri due, andrebbero finiti in rapida sequenza, per poterne apprezzare i collegamenti.
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